Metropolis di Fritz Lang, il film restaurato allo Spazio Oberdan di Milano
Metropolis di Fritz Lang è uno dei più celebri e monumentali film muti della storia del cinema tedesco e internazionale. La pellicola è stata scritta da Thea von Harbou e prodotta

Metropolis è un film di fantascienza tedesco del 1927 diretto da Fritz Lang, sceneggiato da Thea von Harbou (all’epoca moglie del cineasta) e prodotto dall’UFA, al tempo la più grande casa di produzione della Germania.
La trama di Metropolis. Nel 2026 erge Metropolis, una grande città costituita in due ampi spazi: quello alto dove vivono imprenditori e milionari, e quello basso e sotterraneo, nel quale lavorano incessantemente gli operai, trattati e sfruttati come schiavi da John Fredersen, il più importante industriale della megalopoli.
L’unico punto di riferimento e di speranza per i proletari è costituito da Maria, una donna angelica e pacifica che sostiene che, per migliorare le condizioni dei lavoratori, sia necessaria la presenza di un mediatore (il cuore) tra gli imprenditori (la mente) e la manodopera (le braccia).
La “leader” farà breccia anche sul figlio di Fredersen – Freder -, il quale, dopo averla incontrata, si recherà per la prima volta nel sottosuolo, azione che lo porterà a sostenere le ragioni operaie.
Venuto a conoscenza della situazione, John Fredersen escogita, insieme allo scienziato Rotwang, un piano per far perdere agli operai la loro fiducia nella donna e sopprimere per sempre ogni eventuale ribellione: rapire Maria e sostituirla con un robot dalle sue sembianze che li inciti a una rivolta violenta e (auto)distruttiva.
Metropolis, recensione. Metropolis risulta indubbiamente uno dei più celebri e importanti film tedeschi realizzati durante la Repubblica di Weimar, non solo e tanto per i suoi contenuti, quanto per i suoi elementi visivi e formali.
Infatti, anche se la pellicola affronta tematiche non banali e tipiche sia della filmografia langhiana sia del cinema tedesco di quegli anni come il doppio, il male, la tirannia, la follia e l’alienazione, il suo messaggio più esplicito ed evidente (la mediazione del cuore tra classe dirigente e proletaria) risulta ingenuo e semplicistico, tanto che a distanza di anni lo stesso Fritz Lang dichiarò, in un’intervista rilasciata a Peter Bogdanovich, di ritenere quel discorso soltanto come una favola.
Metropolis, un'opera monumentale. La grandezza del film risulta evidente, non solo perché all’epoca Metropolis era la pellicola più costosa mai prodotta in Germania, ma anche e soprattutto per i riusciti intenti spettacolari del regista austriaco, sempre attento a realizzare un cinema che fosse allo stesso tempo colto e popolare.
Come nel precedente kolossal langhiano I nibelunghi (1924), le imponenti scenografie rivestono un ruolo fondamentale in tale direzione. In questo caso, le ambientazioni s'ispirano a diversi modelli architettonici e culturali: si passa dai grattaceli di New York della città dei milionari alle decorazioni dei Giardini del Piacere, fino al Moloch delle fabbriche.
Ma la grande attenzione agli scenari è unita a soluzioni narrative e linguistiche altrettanto suggestive ed efficaci, come l’uso delle sovrimpressioni, del montaggio alternato, delle inquadrature distorte e delle luci dai forti contrasti.
Tutte scelte formali che hanno anche un fine espressivo e semantico: se gli scenari evidenziano la differenza tra classi sociali e l’impostazione di certe riprese trasmettono un’atmosfera cupa e inquietante, l’uso delle sovrimpressioni serve - insieme alla recitazione sopra le righe degli attori - a materializzare la psiche distorta e ossessiva di alcuni personaggi.
Questo è reso possibile anche e soprattutto dalla regia di Lang, quasi maniacale nella sua attenzione ad ogni minimo dettaglio, da quello scenografico a quello recitativo.
Metropolis, tagli e restauri della pellicola. Metropolis è però anche la storia di un film tagliato, in parte perduto e più volte restaurato. Infatti, alla sua prima proiezione la pellicola durava circa 150 minuti, mentre le versioni successive presentano una durata di soli 87 minuti.
Molti dei tagli intendevano semplificare l’intreccio narrativo ed eliminare le parti più sperimentali e meno necessarie al racconto, con lo scopo di rendere il film più scorrevole e accessibile al grande pubblico.
Tagli che hanno tolto però sequenze ed episodi molto importanti, alcuni dei quali mostravano la presenza di uno spazio intermedio tra la parte alta e quella bassa della città, uno spazio abitato dalla piccola borghesia, un luogo quasi scomparso nelle versioni più brevi.
Successivamente, si è tentato di recuperare l’opera nella sua durata originale, riuscendoci recentemente grazie a una copia integrale trovata a Buenos Aires.
Metropolis, copia restaurata allo Spazio Oberdan di Milano. sarà proiettato nella nuova copia restaurata il 16 febbraio allo Spazio Oberdan di Milano in occasione della rassegna sul cinema tedesco tra il 1918 e il 1933 Da Caligari a Hitler: Il cinema della Repubblica di Weimar.
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