Ugo Foscolo libri, poesie e opere

Ugo Foscolo libri, poesie e opere

Data di nascita: 06/02/1778

Nazione: Italia

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Ugo Foscolo, da ‘Le ultime lettere di Jacopo Ortis’ a ‘I Sepolcri’
24-05-2020

Le ultime lettere di Jacopo Ortis sono un romanzo epistolare di Ugo Foscolo realizzato secondo la moda del periodo romantico. Ortis era uno studente padovano che si uscisse per un motivo sconosciuto, e Foscolo nell’opera gli dà come passioni la Patria - Venezia, che fu tradita da Napoleone a Campoformio - e una donna, Teresa (guarda il focus sui libri da leggere).
Questi due amori delusi suscitano la sua disperazione: siamo nella prima fase del pensiero foscoliano, in, cui crolla l’idealismo dell'uomo a contatto della i realtà cruda e materialistica. L'Ortis è stato definito il primo libro romantico apparso in Italia, perché qui si esprime il dissidio tra l’anima e la realtà. Foscolo aveva concepito il romanzo quando si trovava a Venezia (1796), vi aveva lavorato poi mentre si trovava esule dalla patria e nel suo soggiorno a Milano: così nella Teresa dell'Ortis i più vedono la veneziana Isabella Teotochi Albrizzi oppure la Teresa Monti, conosciuta a Milano. Questa prima stesura avrebbe avuto il titolo di Laura: lettere. Nel 1798 a Bologna Foscolo aveva già consegnato alcune parti del romanzo all'editore Marsigli per la pubblicazione; ma quando partì volontario nell'esercito napoleonico, il romanzo fu affidato all’editore - che non voleva perdere il lavoro già fatto - ad un mediocre scrittore, Angelo Sassoli, il quale lo pubblicò dopo averlo completato a modo suo, col titolo Vera storia di due amanti infelici. Dopo la vittoria dì Marengo il poeta, tornato più libero, mise nuovamente mano al suo romanzo. Intanto Foscolo aveva provato l'esperienza amara dell'amore per la fiorentina Isabella Roncioni, e aveva letto pure I dolori del giovane Werther di Goethe. Da queste sollecitazioni eseguì delle modifiche, e la diede alle stampe nel 1802.
La trama dell'Ortis è semplice. Jacopo, costretto a lascia-re Venezia. dopo Campoformio, si rifugia sui colli Eueganei, dove deluso per la patria perduta e per l'amore impossibile sì uccide. L' Ortis affascina e avvince e non persuade al suicidio - come spesso si sente ripetere - perché i esso vibra il cuore del Foscolo, che anela all’azione.
La diversità dal Werther è profonda, perché Ortis oltre alla passione d'amore ha anche quella della Patria, come notava già il Foscolo. La prosa è vibrante, anche se spesso oratoria ed enfatica. Piacque agli spiriti del Risorgimento, che vendevano in esso la servitù verso la patria ed anelante al suo riscatto.

I Sonetti e le Odi risentono dell’ispirazione alfienana. In essi appare finalmente la grande arte foscoliana, che vedremo nei Sepolcri. Le Odi A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All'amica rosanata sono le più importanti dal punto di vista dello svolgimento della concezione foscoliana della vita. Il poeta si allontana dalla concezione dolorosa della vita dell’Ortis, rinnovando l’amore per la vita, cantando la bellezza.

Tra i Sonetti e le Odi corre una differenza: pur essendo stati composti nello stesso periodo di tempo mei primi sono sviluppati i motivi romantici, che avevano informato l'0rtis, nelle Odi prevale il gusto neoclassico, che era tanto vivo nell'animo del Poeta, ma con una sottile vena di dolore, il dolore della fugacità della bellezza.

Il Carme Dei Sepolcri è il capolavoro del Foscolo, perché qui raggiunge un’amonia perfetta nel suo spirito e nei mezzi d’espressione. È in endecasillabi sciolti, e fu pubblicato a Brescia, iniziando la compaiono nell'ottobre 1806. Il pretesto è l’Editto di Saint Cloud, promulgato in Francia nel 1804 e che - per ragioni igieniche - imponeva che i defunti fossero sepolti fuori dalle mura cittadine, con insegne identiche per dimensioni in omaggio ai principi della Rivoluzione Francese. Qui si alterano motivi di sentimento (la “corrispondenza di amorosi sensi”), di storia (“bello italo regno”), morali, di poesia. L’ispirazione anti-napoleonica e anti-francese è evidente.

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