La pizza, da regina del cibo da strada al piatto più amato nel mondo

Daily / Editoriali - 07 July 2020 08:00

La pizza tra storia, curiosità e aneddoti: il segreto del suo successo.

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La pizza nasce a Napoli nell’Ottocento: ma la sua antenata, la focaccia, esisteva già da più antiche origini, con il pane che risale addirittura a bibliche memorie. Una tradizione nata dalle farine più antiche ed evolutasi nella preparazione, fini ai nostri giorni. Dalla napoletana, alla romana, fino ad essere eletta patrimonio dell’Unesco.
Le sue caratteristiche sono rappresentate dalla semplicità degli ingredienti e dalla maestria nell’amalgamarli, con l’opportunità di dare sfogo anche alle più bizzarre fantasie culinarie per appagare diversi palati.

La pizza, da regina del cibo da strada al piatto più amato nel mondo

Da cibo plebeo che poteva essere mangiato anche se era indurito - bastava un po’ d’acqua - divenne pregiato con l’imperatore italiano Ferdinando I di Borbone, bisnonno di Francesco Giuseppe I d'Austria che sarebbe diventato il marito della principessa Sissi. Ferdinando era un patito della caccia alle osterie, passione che non condivideva con la moglie sedicenne austriaca Maria Carolina d'Asburgo Lorena: tentò di introdurre la pizza nei menù di corte, senza successo. In un periodo in cui era nella Reggia di Capodimonte - rione di Napoli - fece costruire un forno nel Palazzo. Maria Carolina odiava la pizza, né Federico poteva condurla in un’osteria per farle assaggiare la pietanza. Un pizzaiolo fu chiamato a corte affinché impastasse delle pizze per la sera successiva. Il tutto avvenne dopo mezzanotte, il pizzaiolo ne cucinò diverse, e con sua sorpresa vide giungere le dame di corte con l'imperatrice. “La regina mangia con buon appetito una pizza da due grana, le dame la imitano ridendo, i domestici servono vino bianco e arance, ricomincia il ballo in Palazzo e la visione scompare”, riferisce lo scrittore Salvatore Di Giacomo nel libro “Ferdinando e il suo ultimo amore”. La pizza era ormai un piatto prelibato.


La pizza, da regina del cibo da strada al piatto più amato nel mondo

La storia della pizza si perde nella notte dei tempi. Invece, la storia della pizza napoletana comincia con il connubio tra pomodoro, ingrediente importato dalle Americhe, ritenuto inizialmente tossico perché appartenente alle solanacee, e mozzarella.
La pizza negli Usa ha un evento dedicato, il National Pizza Month, inaugurato nell'ottobre del 1984. L'UNESCO ha dichiarato l'arte del pizzaiolo napoletano come patrimonio intangibile dell'umanità il 7 dicembre 2017. Il voto è unanime, non lascia spazio a dubbi di sorta. La location della consacrazione è l'isola di Jeju, sita nella provincia autonoma, in Corea del Sud. Consacrazione che restituisce alla patria della pizza un primato dovuto.

Tra i cantori della pizza, Alexandre Dumas, autore de Il conte di Montecristo, il quale ebbe il figlio omonimo noto per aver scritto La signora delle camelie. Dumas padre pubblica nel 1843 Le Corricolo, un'opera in cui mette insieme appunti e impressioni sul viaggio in Italia, intrapreso nel 1835. Della pizza, Dumas scrive anche in termini socio-economici: “La pizza è una specie di schiacciata come se ne fanno a Saint Denis: è di forma rotonda e si lavora come la pasta del pane. Varia nel diametro secondo il prezzo. Una pizza da due centesimi basta a un uomo, una pizza da due soldi deve satollare un’intera famiglia. A prima vista la pizza sembra un cibo semplice: sottoposta ad esame, apparirà un cibo complicato".
I cultori della pizza indicano due ricette originali: la Marinara e la Margherita.


La pizza è il piatto più amato nel mondo. Amiamo la cucina giapponese, tuttavia, dopo diverse settimane a Kyoto, non resistiamo a una trasgressione, la capatina a una famosa pizzeria, nel cuore della città. La pizza è discreta, il richiamo della poesia accennata, ma sufficiente a echeggiare i sapori di casa. I prezzi sono alti, come i sogni nel cassetto.

Pizza, fonte di aneddoti curiosi

La pizza quindi è stato un cibo che ha nobilitato i palati delle masse, attratto quello dei borghesi ed invaso anche le papille dei più nobili. Distribuzione di una classe italiana imitata in tutto il mondo ed eletta simbolo, insieme ad altri gustosi prodotti, della penisola. Un simbolo talmente conosciuto come legato all’Italia che anche i francesi avevano coniato il gusto della pizza Covid-19 per stigmatizzare, con palese pressappochismo, la diffusione del coronavirus in Italia. La regina del cibo da strada o street-food che dir si voglia, ed è forse questo a renderla tanto attuale è diffusa nel mondo, sia essa al taglio che al piatto. La pizza rappresenta un piatto geniale per la sua semplicità: infatti sopra l’impasto, dopo essere stato ben lievitato, può essere posto di tutto, dagli ingredienti più classici a quelli più inusuali. La genuinità degli ingredienti fanno certo la differenza, ma la pizza oltre ad essere gustosa sazia ed è abbordabile per tutte le tasche. Chissà che la ricetta della semplicità e del buon gusto possa essere utilizzata anche per proporre una ripartenza dopo mesi di apprensione.

La pizza è fonte di aneddoti. Qualche giorno fa una coppia dell'Ohio ha ordinato una pizza e l’ha ricevuta con fette di peperoni organizzate come una svastica: i due dipendenti sono stati licenziati.
Nei Paesi Bassi la catena Domino's Pizza sta testando diversi modi per consegnare la pizza con i droni: ha iniziato su una spiaggia di Zandvoort, con l’obiettivo di raggiungere i luoghi difficili o più remoti.
Già dalla tenera età si può nutrire questa passione: Valentina, una bambina di 4 anni residente a Campo Grande - in Brasile - ha ordinato la pizza con il cellulare della madre.
Per chi cerca lavoro, un corso di pizzaiolo è quello che garantisce un’occupazione certa: lo sa bene il centrocampista brasiliano Lucas Rodrigues che ha investito nell’attività culinaria prima della pandemia e il suo locale non ha subito una flessione, consegnando le pizze a domicilio.
L’intenditore statunitense di pizza Dave Portnoy - che ha fondato il sito Barstool Sports - dopo averne mangiate 500 ha decreto qual è la migliore: si tratta di quella della catena Chuck E. Cheese’s, il cui sito recita “tutto inizia con farina e acqua a 80 gradi. Ogni giorno grattugiamo la mozzarella fresca. Il nostro formaggio è completamente naturale, il che conferisce alla pizza il suo sapore appiccicoso e melty. Niente addensanti, niente conservanti, solo latticini veri”.
La multinazionale Pizza Hunt ha appena lanciato una pizza ramen a Taiwan: al classico composto si uniscono noodles, fette di maiale, germogli di bambù, brodo di carne o pesce, conditi con formaggio, cipolle e mezzo uovo alla coque. Non si garantisce l’acquolina in bocca, dal momento che Pizza Hunt per le 1200 sedi negli Stati Uniti ha presentato qualche giorno fa istanza di fallimento. 

I segreti del successo della pizza

Il fatto che l'arte del pizzaiolo sia entrato nel patrimonio immateriale dell'Umanità Unesco, ha avuto conseguenze soprattutto all'estero (non a caso, l'effetto pizza è un fenomeno sociologico), grazie all'incremento della domanda in Oriente e Medio Oriente. In Europa, invece, la pizza impazza anche in Francia.
Quale segreto si nasconde dietro la popolarità della pizza? Più di uno, in realtà. Quello principale è dovuto al connubio di impasto, fior di latte e pomodoro. Oltre alla versatilità della pizza, c'è un altro segreto capace di rendere questo piatto unico al mondo: quello legato alla socialità. La pizza si consuma a fette (esiste un teorema della pizza per suddividerla in parti uguali): un rito che permette ai commensali di una serata di gustare differenti specialità lungo i sapori e i colori delle diverse ricette proposte.
Secondo una ricerca di Luciano Pignataro, autore del libro "La Pizza. Una storia contemporanea" (editore Hoepli), gli americani sono convinti che la pizza sia nata in America. Negli Usa è la Pepperoni, con salame piccante, la pizza più popolare.
Convinzione confutata da dati sorprendenti: San Paolo, in Brasile, è la metropoli con più pizzerie al mondo, seguita da New York. Nella classifica, Napoli si guadagna la medaglia di bronzo, ma a grande distanza rispetto ai numeri newyorchesi.
La pizza si è meritata l'interesse anche da parte della NASA che sta investendo su una stampante in 3D, in grado di rifocillare gli astronauti in missione. Un modo per farli sentirli a casa perché, come cantava Pino Daniele: “Fatte 'na pizza c'a pummarola 'ncoppa. Vedrai che il mondo poi ti sorriderà". Anche dallo spazio, è la magia della pizza.


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