Recensione Lontano da qui, Maggie Gyllenhaal protagonista e co-produttrice

Cinema / Recensione - 13 December 2018 08:00

In sala dal 13 dicembre, una riflessione sull'educazione dell'infanzia.

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Lontano da qui (The Kindergarten Teacher, il titolo originale) è il remake dell'omonimo film israeliano (2014) di Nadav Lapid, molto apprezzato da pubblico e stampa specializzata.
Maggie Gyllenhaal ha preso in mano il progetto hollywoodiano anche come co-produttrice. Con un'opera originale così potente, il remake sarebbe stato prevedibilmente un flop: a salvarlo, concorda la critica statunitense, è proprio l'interpretazione dell'attrice nel ruolo della protagonista.

Film Lontano da qui

Anna è bella. Abbastanza bella per me. Il sole illumina la sua casa gialla. È come un segno di dio”, il piccolo Jimmy compone questa poesia, in attesa dell'arrivo della sua babysitter Becca (Rosa Salazar). Lisa Spinelli (Gyllenhaal) intuisce che quel bambino ha un talento raro.



Lisa è una maestra d'asilo a Staten Island, nella Contea di Richmond di New York. Ha tre figli adolescenti, un marito affettuoso e uno stallo esistenziale. Frequenta un corso di poesia, tenuto da Simon (Gael Garcìa Bernal), con scarsi risultati. Quando legge le poesie del piccolo Jimmy, spacciandole momentaneamente per sue, si ritroverà la star del corso. Anche Simon comincia a guardarla con un occhio diverso, uno sguardo sensuale.

Nel film, la poesia è vita e, soprattutto, sinonimo di rinascita. Nel caso di Lisa, la poesia ha la portata del riscatto esistenziale. La riflessione, che matura nel finale del film, è provocatoriamente sobria e di effetto.
Lontano da qui, dunque, mette in luce le pecche di un sistema educativo al collasso, da un punto di vista tanto pregnante, quanto inedito.

“L'oro arrugginisce. Il calore si spezza e la luce arriva al mattino. La polizia si dirige verso la sala da pranzo. E si sente il suono della Terza Guerra mondiale. C'è della polvere e prego Dio che le nozze si avvicinino. E i versi recitati sono qui”: Jimmy telefona a Lisa che accorre al telefono, interrompendo un momento intimo con il marito, per annotare il testo.

A questo punto della trama, lo spettatore rimane perplesso. L'interessamento della maestra d'asilo sembra tramutarsi in ossessione.

Lisa parla con il padre di Jimmy, un imprenditore di successo nel campo della ristorazione. Lusingato, il padre del bambino si auspica che Jimmy abbia un futuro professionale solido, al di fuori degli ambiti letterari.
La poesia oggi, in fondo, è roba da algoritmi.


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