Just Cause 4, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 13 December 2018 14:00

Libertà e distruzione, in un'isola sudamericana sotto dittatura

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Just Cause 4 è il videogioco open-world sviluppato da Avalanche Studios e pubblicato da Square Enix, il ritorno di Rico Rodriguez nell’esagerato mondo messo in piedi dagli svilupaptori, tra esplosioni, voli, folli corse acrobatiche e salti da altezze vertiginose, dove la parola d’ordine è libertà, totale ed estrema.

Just Cause 4
La serie Just Cause è sempre stata contraddistinta da un gameplay spensierato e leggero, dove i nostri istinti più nascosti e segreti potevano essere riversati in originali sequenze d’azione, che comprendevano anche mucche volanti, cisterne di carburante in caduta come birilli, nemici lanciati in aria e fatti esplodere in mille pezzi, il tutto grazie a gadget e abilità che potessero dare libero sfogo al giocatore. Il rovescio della medaglia, tuttavia, era una struttura di gioco spesso vuota e poco intrigante, con avamposti simili tra loro, una storia scritta in maniera superficiale e una profondità ludica che si limitava al ripetitivo uso delle stesse meccaniche. Just Cause 4 riprende gli stessi identici pregi e difetti del predecessore, espandendo comunque la già ottima spettacolarità del terzo capitolo, con un motore grafico che regala maggiori soddisfazioni durante le fasi più distruttive, dove lo scenario di gioco viene letteralmente messo a ferro e fuoco da Rico.

IL MONDO DI JUST CAUSE 4

Lo sfondo alle vicende è la fittizia isola sudamericana di Solis, dove il dittatore Oscar Espinoza, perfetta incarnazione e stereotipo del despota, è intenzionato ad utilizzare il dispositivo di alterazione meteorologica Illapa, un progetto portato avanti dallo stesso padre di Rico. Questa enorme ombra nel passato della sua famiglia è la spinta che porta il nostro personaggio a reclutare un piccolo esercito, che possa sollevare una rivolta popolare capace di portare alla caduta del tiranno e alla fine della dittatura. Come nei migliori, o peggiori, film anni ’80, fatti di una trama che servisse solamente a giustificare violenza, situazioni al limite del paradossale, dialoghi ironici e scene basate su un’azione scenografica, anche Just Cause 4 mette in piedi uno scenario funzionale all’opera di spettacolarizzazione, unico vero obiettivo del team di sviluppo.
La vastità della mappa di gioco comprende quattro differenti regioni climatiche, con zone innevate, collinari, costiere, modificate e piagate dal dispositivo Illapa che scatena tempeste di fulmini, uragani, tornado, tempeste di sabbia. La collocazione di questi eventi, tuttavia, è legata a specifiche sezioni e missioni della trama principale, con alcune situazioni davvero esaltanti, tra folli inseguimenti e corse acrobatiche, che donano all’avventura principale un elevato grado di sperimentazione e divertimento. Lo stesso non si può dire delle missioni che ci accompagnano verso tali eventi, con la semplice, e presto ripetitiva, liberazione dei diversi avamposti, spesso troppo simili tra loro, e al reclutamento dei soldati per il nostro esercito. 

DISTRUGGERE CON STILE  

L’anima di Just Cause 4, tuttavia, rimane quella di girare in totale libertà, provando a concatenare quante più combinazioni possibili di potenza distruttiva, un parco giochi che permette al giocatore di affrontare in maniera originale e spensierata la mappa di gioco. Gli spostamenti a bordo di elicotteri e aerei, disponibili sin dalle prime battute, la bellissima visione aerea dell’isola di Solis e gli infiniti salti con la tuta alare ci introducono ad una verticalità che nessun altro open-world possiede. Just Cause è da sempre sinonimo di leggerezza, con una quantità spropositata di nemici da uccidere nella maniera più creativa possibile, con un’intelligenza artificiale che ci consegna, tra le mani, vera e propria carne da macello. Lo spirito caciarone, sopra le righe, basato sulla distruttibilità ambientale è sostenuto da un motore tecnico capace di gestire, in maniera credibile seppur non sempre realistica, una pletora di esplosioni, barili e nemici lanciati in aria, tempeste dinamiche in cui aumentare il grado di carneficina e violenza. Il risultato finale è quello di un open-world estremamente spettacolare, originale e divertente, anche se fin troppo ancorato a vecchi stilemi del genere, ripetitivi, riutilizzati, con una progressione all’interno della trama ben poco interessante e sviluppata. 

© Riproduzione riservata




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