Dishonored II, recensione videogame per PS4 e Xbox One: il Corvo e la sua Principessa

Games / News - 15 November 2016 16:30

Dishonored II è l'action-stealth per eccellenza, tra nuovi poteri soprannaturali e possibilità di assassinio. La scelta tra due personaggi, Corvo Attano e la principessa Emily Kaldwin, n

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Dishonored II è un videogioco action stealth sviluppato da Arkane Studios e pubblicato da Bethesda Softworks, il seguito di una delle produzioni che ha maggiormente influenzato la scorsa generazione di console. Il successo mediatico ottenuto, da recensioni entusiastiche e dall’apprezzamento degli utenti, si è concretizzato nella Definitive Edition del primo capitolo, uscita lo scorso anno su PS4 e Xbox One. L’enorme attenzione e cura all’aspetto artistico e alle atmosfere di gioco, con personaggi perfettamente tratteggiati e dipinti nelle loro sfumature, ha regalato un titolo complesso dal punto di vista contenutistico e del gameplay, un intento che gli sviluppatori hanno voluto replicare anche nel suo successore.



La trama di Dishonored II trasporta il giocatore dai grigi e opprimenti quartieri di Dunwall alla città mediterranea e colorata di Karnaca. Lo stile visivo differente, tuttavia, porta con sé il medesimo degrado sociale e decadenza morale, nascosta da architetture eleganti e lussuose. La storia è ambientata quindici anni dopo l’epilogo del primo episodio, con un’introduzione che riassume e chiarisce gli eventi avvenuti in Dishonored, con la caduta del Lord Reggente e la fine dell’epidemia di peste. Il trono di Dunwall è ora nelle mani della principessa Emily Kaldwin, nostro obiettivo da salvare nel precedente titolo, aiutata dal suo fidato tutore Corvo Attano. L’apparente pace, durata più di un decennio, viene a sgretolarsi nel colpo di stato che costringe la giovane e bella principessa a fuggire, lasciando nelle mani di sua zia Jessamine Kaldwin le redini della città.

Il gameplay di Dishonored II si divide in due possibilità ludiche e narrative, nell’iniziale decisione di quale personaggio scegliere, tra Emily Kaldwin e Corvo Attano. Se i poteri di Corvo vengono in parte mutuati dal primo episodio, le abilità soprannaturali di Emily rappresentano un netto stacco rispetto al passato, in termini di approcci e possibilità offensive. Qualsiasi sia la nostra scelta, comunque, l’avventura principale può essere affrontata in diversi modi e possibilità, che influiscono sul mondo di gioco e nei differenti finali. Uno stile votato all’azione, che comporta l’uccisione dei nemici conduce ad un quantitativo di Caos maggiore, mentre giocare in modo furtivo, senza farsi notare, permette di eliminare guardie e avversari in maniera non letale. Le armi e i poteri a nostra disposizione permettono così estrema libertà d’azione e movimento, con percorsi alternativi, zone d’ombra da sfruttare e interazioni ambientali con cui distrarre e aggirare i nemici. Il potenziamento di entrambi i personaggi passa ancora una volta dalle relazioni con l’Esterno, entità criptica che dona abilità uniche e peculiari.

La grafica di Dishonored II si basa sul nuovo motore grafico Void Engine, sviluppato da id Tech e modificato per l’occasione dal team Arkane Studios. Il passo in avanti rispetto al primo capitolo è evidente, anche per una qualità dell’originale altalenante e poco evoluta, migliorata successivamente dalla riedizione per le console di nuova generazione. Il risultato ottenuto con il secondo capitolo dipinge un mondo vivo e riprodotto con dovizia di particolari, tra architetture affascinanti e finemente realizzate, e un tessuto urbano dinamico e ricco di storia. La città mediterranea di Karnaca rappresenta uno stacco cromatico rispetto alle strade fumose e grigie di Dunwall, pur presentando un livello di decadenza e corruzione pari all’originale. Gli scenari ricreati possiedono uno stile e una bellezza artistica indubbia, tra luoghi esotici e lussuose ville, contraddistinte da una resa più morbida rispetto ai contorni squadrati del primo capitolo. Il lavoro sui personaggi gode degli stessi benefici in termini di resa e modelli, con animazioni e movenze credibili, oltre ad un’intelligenza artificiale dei nemici piuttosto avanzata, anche se a volte imprevedibile e non sempre impeccabile. Gli ambienti urbani risultano complessi per struttura e design, una caratteristica che si unisce alle tattiche di gameplay e furtività, con il marcato contrasto tra zone luminose e al buio, dove agire in maniera stealth.

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