127 ore - Condizioni estreme al cinema e in televisione

Cinema / News - 25 February 2011 07:00

TRA SPIRITO DI SOPRAVVIVENZA E NATURA SELVAGGIA ESCE OGGI AL CINEMA 127 ORE DI DANNY BOYLE

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Oggi, 25 febbraio, esce nelle sale italiane, distribuito dalla 20th Century Fox, l'attesissimo 127 ore, con la regia di Danny Boyle (Trainspotting - 1996, 28 giorni dopo - 2003, The Millionaire - 2008) e con il britannico James Franco (Spider-Man - 2002, Milk - 2008, Mangia prega ama - 2010) come protagonista. Il film racconta la storia vera dell'alpinista statunitense Aron Ralston che, essendosi recato per un trekking solitario al Canyonlands National Park dello Utah nel maggio del 2003, rimase vittima di uno sconvolgente incidente. Durante una scalata smosse inavvertitamente un sasso rimanendo così per cinque giorni con il braccio destro incastrato. Dopo avere cercato invano di liberarsi, esausto e al limite della disidratazione, prese la terribile decisione di amputarsi il braccio al fine di potersi liberare e così sopravvivere. La sua agonia fu da lui stesso documentata poiché portava con sé una videocamera digitale e l'attore James Franco, avendo visionato questo materiale al fine di una maggiore immedesimazione, ha affermato di esserne rimasto profondamente turbato. Non c'è alcun dubbio che la storia in sé attrarrà al cinema un pubblico piuttosto vasto, essendo sempre più presente negli ultimi anni una rinnovata curiosità sulla tematica della sopravvivenza dell'uomo in situazioni naturali estreme. Sarà forse per l'eccesso di tecnologizzazione della vita contemporanea se l'uomo odierno comincia a domandarsi come se la caverebbe in situazioni in cui la natura fa da padrona. Interessante notare come programmi di successo come "Wild" in onda su Italia 1 o "L'ultimo sopravvissuto" in onda su Sky si concentrino entrambi sul rapporto uomo/natura, sottolineando entrambi il fatto che il primo, per non incorrere in incidenti talvolta fatali debba imparare a conoscere più a fondo la seconda. Se in "Wild" emerge la totale leggerezza e stupidità dell'uomo nel rapportarsi con animali selavatici senza avere un'adeguata conoscenza delle loro reazioni, ne "L'ultimo sopravvissuto" scopriamo che siamo totalmente sprovvisti di competenze nell'affrontare i più svariati ambienti naturali e che in certe situazioni anche una piccola disattenzione o la semplice mancanza di una nozione possono causare la morte. Nel panorama cinematografico, per chi ama il filone, si possono suggerire l'intenso Into the Wild - Nelle terre selvagge (2007) che racconta la storia vera di un ragazzo che, per sfuggire ad una società capitalistica e consumistica, intraprende un lungo viaggio che lo condurrà nella fredda e inospitale Alaska, in cui perderà la vita in seguito ad un errore fatale. Oppure il durissimo Alive -  Sopravvissuti (1993), anch'esso tratto da una storia vera, quella di un gruppo di persone che si schianta con l'aereo sulla cordigliera delle Ande e riesce alla fine a sopravvivere dovendo però decidere di cibarsi dei corpi dei compagni morti per non morire di fame. Ricordiamo poi Open Water (2003), liberamente ispirato alla storia vera di una giovane coppia appassionata di subacquea che, durante una escursione in barca, a causa di un errore nel conteggio di coloro che vi sono risaliti, viene erroneamente lasciata in mare aperto, in cui subirà la forza delle correnti e l'attacco degli squali. Infine, frutto di invenzione ma estremamente interessante è Cast Away (2000) in cui il protagonista, vittima di una sciagura aerea, si ritrova, unico superstite, a dover sopravvivere quattro lunghi anni in un'isola del Pacifico prima di riuscire a costruire una zattera che lo ricondurrà a casa. Più o meno verosimili questi film ci ricordano tutti che la natura deve essere non solo rispettata ma anche temuta e conosciuta e che la stupidità umana è sempre alle porte.

 

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