Intervista a Perla Middleton, attrice di Avengers: Infinity War

Intervista a Perla Middleton, attrice di “Avengers: Infinity War” nel ruolo della business worker.

Con poche eccezioni, i film tratti dai fumetti (e quelli prodotti dalla Marvel in particolare) sono inevitabilmente dei successi al botteghino. Secondo lei per quale motivo?

Io credo che i cinecomic siano passati dall’essere film “di serie B” all’essere kolossal che sbancano il botteghino grazie a cast pieni di attori affermati e di star con già forti incassi alle spalle, in grado di attirare il grande pubblico. Per non parlare del fascino insito nel ridare vita a un franchise che fa presa su schiere di adulti che sono fan dei fumetti da decenni. Perché non puntare su un pubblico di fan sfegatati che ormai hanno avuto dei figli ai quali trasmetteranno l’amore per questo genere? Non solo il mercato si è espanso, ma l’uso a tappeto del marketing e del merchandise dà un impulso all’interesse verso un franchise, soprattutto quando è tratto dai fumetti, un mondo in cui i giocattoli e i pezzi da collezione fanno guadagnare ancora più soldi e fan. Infine, i film sono un modo per distrarci dai problemi della vita vera, e diventare parte di una storia, di un’avventura. I cinecomics fanno proprio questo, cosa c’è di meglio di una storia in cui sei un supereroe e la giustizia trionfa sul male?

Come si è preparata per il suo ruolo in "Avengers Infinity War”?

Devi sapere cosa succede nella scena in questione, e gli assistenti di produzione devono essere pronti a spiegarti quali azioni verranno eseguite, e chi dovrà eseguirle. Le scene vengono provate e girate da tutta la troupe, inclusi gli attori, che lavorano in sintonia per dare una performance impeccabile. Noi comparse indossiamo raramente un costume, a meno che non appariamo sullo schermo, interpretiamo un certo tipo di personaggio (ad esempio uno che indossa un’uniforme), o sostituiamo un attore. I produttori e i registi però spesso vogliono un certo “look”, quindi facciamo le cosiddette “prove vestito”. Durante queste prove, indossi vari vestiti alla ricerca di quello che più si addice alla scena a cui devi partecipare. Ne vengono scelti alcuni, e poi il reparto costumi stabilisce quello definitivo.

Com’è stato lavorare con i registi, i fratelli Russo?

È una gioia interagire con il regista o i registi, ma non capita spesso. Io purtroppo non li ho visti mentre ero sul set, ma so che tra loro due c’è una grande sintonia.

Che rapporto c’era tra gli attori sul set?

In questo particolare franchise, gli attori vanno molto d’accordo tra un ciak e l’altro. Erano allegri e scherzosi, da dove stavamo noi si vedeva che ridevano parecchio… sembrava che la vivessero come una normale giornata in ufficio, alla faccia dell’ufficio! Se date un’occhiata ai loro account Instagram capirete cosa intendo, sono pieni di foto in cui fanno gli scemi. Però quando si trattava di fare sul serio erano tutti dei professionisti che prendevano sul serio il loro lavoro.

Com’era la tipica giornata di riprese?

Le giornate sul set sono lunghe, c’è una lunga fase preliminare in cui spiegano alle comparse le norme sulla sicurezza e ci forniscono la descrizione della scena (ma non posso parlare nel dettaglio di cosa facevo sul set). La tabella di marcia di solito era questa: 

-arrivavo sul set

-indossavo il costume

-mi veniva spiegata la giornata

-venivo portata sul set

-ricevevo istruzioni sulla scena 

-provavamo la scena

-giravamo la scena

Nel mezzo facevamo una pausa per il pranzo, e nell’arco della giornata ci offrivano un po’ di snack.

Una cosa buffa è che un giorno ho passato 2 ore convinta che la controfigura di Robert Downey Jr. fosse il vero Downey, poi lui è arrivato, si è messo vicino al suo stuntman, e io ho pensato: “Mi sono presa una cotta per il tizio sbagliato”. Tra i due c’è una somiglianza impressionante.

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