Yakuza Kiwami, recensione videogame per PS4
Yakuza Kiwami è il remake del primo capitolo della serie SEGA, nata più di dieci anni fa su PlayStation 2

Yakuza Kiwami è il remake di un videogioco uscito nel 2005 per PlayStation 2, l’esordio di una serie free roaming che è stata, per anni, l’erede spirituale dello storico Shenmue, capace di far rivivere l’atmosfera e l’essenza del gaming giapponese. Il rinnovato successo del brand, forte anche del prequel da poco arrivato in territorio europeo, Yakuza 0, ha convinto SEGA a riproporre e far conoscere al grande pubblico l’incarnazione da cui tutto è partito. Kiwami è infatti una riedizione in alta definizione, con nuovi contenuti e meccaniche migliorate, del capitolo originale della saga.
La trama di Yakuza Kiwami racconta le origini della serie, il primo capitolo che vede il protagonista Kazuma Kiryu, soprannominato il drago di Dojima, assumersi la responsabilità di un assassinio, di cui non ha colpa, per salvare il suo migliore amico. L’omicidio del boss del suo clan comporta la conseguente espulsione dalla Yakuza e una pena di dieci anni da trascorrere in prigione. Quando Kiryu ha finalmente terminato di scontare la sua condanna, la città che si trova di fronte è ben diversa dalla decade passata. Il suo amico Akira si è trasformato in un uomo violento e bramoso di potere, mentre il clan Tojo è stato derubato di dieci miliardi di yen insieme alla morte del presidente dell’organizzazione. Kiryu si trova così coinvolto nel nuovo scandalo, insieme ad una bambina di nome Haruka, con cui cercare il motivo che si cela dietro agli eventi che hanno sconvolto l’equilibrio della città.
Il gameplay di Yakuza Kiwami ricalca la struttura free roaming tipica della serie, l’esponente nipponico più vicino alla filosofia di gioco di Grand Theft Auto, pur presentandone peculiarità e meccaniche differenti. Il sistema di combattimento corpo a corpo è infatti molto sviluppato e appagante, dotato del giusto senso di pesantezza e interazione ambientale: a seconda delle situazioni, infatti, potremmo colpire il nemico sbattendolo contro porte, finestre e sportelli delle automobili. La profondità è garantita da tre diversi stili di gioco, Beast, Rush e Brawler. Il primo permette al personaggio di sviluppare abilità e capacità da wrestler, potenti e aggressive, mentre il secondo stile riproduce attacchi rapidi e schivate. L’ultimo rappresenta invece il giusto compromesso tra le due tecniche, il bilanciamento ottimale per chi è indeciso, o per chi semplicemente vuole unire entrambe le caratteristiche. La crescita di Kiryu segue l’accumulo di esperienza come nei giochi di ruolo, con la possibilità di migliorare determinate statistiche, come potenza di attacco, salute e resistenza. La struttura open-world unisce una storia ottimamente raccontata, seppure abbastanza lineare nel suo sviluppo ludico, e attività collaterali, tra cui karaoke, bowling e biliardo, insieme a diversi minigiochi per le strade e nei locali della città.
La grafica di Yakuza Kiwami è un restyling totale del capitolo originale della serie, usufruendo dell’impianto tecnico da poco apprezzato in Yakuza 0. I modelli poligonali e gli scenari si avvicinano alla qualità visiva dell’ultimo arrivato, un importante salto in avanti generazionale per il titolo. La genesi PlayStation 2, infatti, è ottimamente mascherata e rinnovata dal lavoro di SEGA, che ha permesso in tal maniera di rendere quanto più moderno e apprezzabile possibile, ai nuovi utenti, un lavoro nato più di dieci anni fa.
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