Recensione film White Men Can't Jump

White Men Can't Jump è il film in streaming

In White Men Can't Jump, Kamal (Sinqua Walls) è un ex promessa del basket che ha gettato via la sua carriera. Jeremy (Jack Harlow) è un’ex fuoriclasse la cui ascesa è stata bloccata dagli infortuni.

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La trama del film White Men Can't Jump

Se le relazioni di Kamal con la moglie Benji (Laura Harrier) sono complicate a causa delle ristrettezze economiche, non vanno meglio quelle di Jeremy con Tatiana (Laura Harrier). Kamal fa il corriere, e dopo che distrugge il telefono di un cliente che voleva fare un selfie con lui, si vede tagliati i turni al lavoro. La prassi delle difficoltà finanziarie che muovono le azioni, è consolidata anche in questo film, che procede per stilemi abbastanza abusati.

Quando emerge la possibilità di giocare in una partita truccata, Kamal convince Jeremy a partecipare: lui è restio, ma visto il montepremi di 25 mila dollari - anche lui è in ristrettezze - accetta. Le diatribe tra i due, anche razziali - Kamal è di colore - si conciliano nella sfida: “Non sei un criminale, anche se sei marrone scuro” ironizza Jeremy.

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Le ovvietà del film White Men Can't Jump

Mentre i due si preparano alla partita, cresce anche la loro amicizia, che supera le barriere del colore della pelle. Anche questa linea viene tracciata in maniera troppo chiara per condurre a empatia: tutto è già visto e noto. Se il film di cui è un remake, White Men Can't Jump (1992) modificava lo stereotipo della commedia sportiva, tanto da essere uno dei preferiti di Stanley Kubrick, questa verve qui si perde. Le problematiche quotidiane surclassano quelle ideologiche, e così i due protagonisti paiono due adolescenti alle prese con muscoli da mostrare. Non c’è evoluzione nel loro rapporto, a parte gli allenamenti da eseguire in riva al mare.

Il cast del film White Men Can't Jump

La presenza di Benji (Lance Reddick), padre di Kamal ed ex allenatore che soffre di sclerosi multipla infonde un po’ di umanità film, ma non riesce a elevate una sceneggiatura approssimativa. La regia di Calmatico - al suo esordio nel lungometraggio dopo aver diretto videoclip - smorza ogni afflato con una pedanteria irritante, tanto è evidente l’esigenza di rendere ogni momento il più lineare possibile. Anche la recitazione dei due protagonisti è svogliata, e non comune a nessun cameratismo. Restano le riprese di Los Angeles da ammirare, ma non bastano al film. La certezza è che alla fine, anche gli uomini bianchi non vogliono saltare.