Recensione Film Richard Jewell
Con protagonista Olivia Wilde e Sam Rockwell

Richard Jewel, colpevole in apparenza
Se la verità può essere espressa come un sasso gettato nello stagno i cui cerchi nell’acqua si allontanano dal centro della sua caduta, la vicenda Richard Jewell può essere ben apprezzata per rappresentare quella spessa cortina fumogena usata per mistificare la realtà: laddove il senso di responsabilità viene soppresso dall’esigenza di celerità ed arrivismo. Clint Eastwood affresca gli albori di una società prettamente mediatica e pronta a colpevolizzare per l’apparenza più che per l’effettività dei misfatti, concettualmente medievalista nella ricerca della giustizia, radicalmente impaziente e proiettata all’accattonaggio del consenso.L’attentato di Atlanta, 1996
Una vicenda umana che può sembrare paradossale ma realmente consumatasi durante le Olimpiadi del 1996 ad Atlanta, negli Stati Uniti, dove un uomo di nome Richard Jewell è passato, nel breve volgere di tre giorni, dall’essere considerato un eroe a primo sospettato dell’attentato che ha scosso la predetta manifestazione.Richard Jewel, il cast
Clint Eastwood compie una critica attenta nei confronti d mezzi e rapporti corruttivi che creano gli intrecci di causa ed effetto nel contesto collettivo, scegliendo una tempistica narrativa essenziale ed efficace, approfondendo con sagacia la compromissione del rapporto di fiducia tra cittadini e Stato. Altrettanto valido il cast composto da Kathy Bates, Olivia Wilde e Sam Rockwell che, nei panni dell’avvocato del protagonista, compie un’interpretazione saliente come lo era stata anche per Jojo Rabbit. Clint Eastwood non raggiunge, probabilmente, i livelli toccati con Gran Torino o Million Dollar Baby, ma anche con Richard Jewell narra una storia autentica e pregna di significativo valore civico, compiendo un’attenta analisi di quei processi sommari che creano disvalore.© Riproduzione riservata
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