Recensione film L'amore secondo Kafka: la biografia sfocia nell’arte

Cinema / Recensione - 02 November 2024 12:00

Scopri la recensione di The Glory of Life, il film su Frantz Kafka con Sabin Tambrea, Henriette Confurius: trama, critic

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Lo scrittore ceco Franz Kafka (Sabin Tambrea) è in una località di mare, a Müritz, sul Mar Baltico. Scrive solo la notte, ma è in un momento d’impasse. È affetto da tubercolosi, e la distrazione che ora conosce, è quella di una donna Dora Diamant (Henriette Confurius).

Con Dora fa il bagno, gira in motocicletta, e la sua vita minata dalla patologia pare ora virare in una direzione nuova. “Questa malattia definisce la mia vita” confida a Dora, “anche adesso?” chiede lei, “adesso no”. Quella che è una famiglia oppressiva, in realtà vuole solo salvaguardare la sua salute: dal padre che gli paga le spese mediche, alla sorella che è lì con lui. Kafka decide di lasciare la località di mare per seguire Dora, che deve trasferirsi a Berlino per uno spettacolo.


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La biografia sublimata nell’arte

Kafka però torna a Praga, e scrive in maniera svogliata. “Solo quando accarezzo i capelli di Dora tutto mi sembra reale” dice all’amico Max Brod, che poi pubblicherà le sue opere. Quando si trasferisce a Berlino, fa una proposta di matrimonio a Dora, ma la sua salute peggiora. The Glory of Life risente del coté della biopic, che non permette di apprezzare la vita del protagonista oltre il suo personaggio: se non fosse Franz Kafka, la storia raccontata sarebbe quella di un semplice scrittore malato che s’innamora di una ragazza. Ma poi emerge una frase, “Gregor Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo”, l’inizio di Metamorfosi. E forse il pathos che vive Franz, è quello che riversa nei suoi racconti.


La vita qualunque di una persona malata si sublima, così, nell’arte, e la malattia è la corazza di cui ci si vorrebbe disfare. Come l’involucro di Gregory Samsa, che con quel catafalco non riesce a rigirarsi nel letto. Quando Kafka viene ricoverato, è Dora ad accudirlo, e lo slancio dell’amore supera la resistenza della famiglia dello scrittore.

Se nella parte finale il film risente della fatica dell’uomo che deve lottare negli ultimi giorni di vita, per non soccombere alla malattia, questo non inficia su quanto raccontato prima. “Credo che la gloria della vita, sia sempre a disposizione di tutti. In tutta la sua pienezza”. Le frasi dell’autore sono un contrappunto a tutto il film. In questo caso, la biografia sfocia nel racconto dell’arte.

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