Recensione del film The Most Beautiful Day - Il giorno più bello

Cinema / Recensione - 30 March 2017 07:30

"The Most Beautiful Day - Il giorno più bello" è il film di Florian David Fitz che unisce dramma commedia

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The Most Beautiful Day - Il giorno più bello (“Der Geilste Tag”) è il film di Florian David Fitz con Matthias Schweighöfer, lo stesso Fitz e Alexandra Maria Lar.

La storia è quella del trentenne Andi (Schweighöfer) e dell’amico Benno (Fitz): sono diversi di carattere, ma hanno in comune una malattia. Sono malati terminali in una casa di ricovero, ma non vogliono attendere la morte da supini. Così decidono di fuggire iniziando un viaggio in Africa.

“Abbiamo bisogno di un dramma. Tutti si stanno chiedendo come finirà, Il blog spopolerà solo quando ci faremo saltare il cranio. Mi dispiace, i blog sul cancro sono una vera palla”. Frasi simili gettano già luce sul film, che riesce a far convivere dramma e sorriso. Il blog cui si riferisce Benno è quello su cui scrive Andi, timoroso di esporsi alle pazzie dell’amico ma anche rassegnato.

L’ironia è usata per coprire un argomento tetro come la morte per una patologia. E lo stesso pretesto per andare in Sud Africa è congegnato con perspicacia, tanto che i due invocano dei soldi ad una banca con un progetto lungimirante: “Chiediamo i soldi in prestito. Non li restituiremo, perché a quel punto saremo già morti”.

Quello di Florian David Fitz è un sarcasmo sulle compagnie finanziarie che imperversano, e le cui clausole del contratti possono essere raggirate in maniera estrema. Lo stesso regista ha realmente incontrato un uomo che, dopo aver scoperto di essere malato di cancro, ha chiesto un prestito di 30.000 marchi alla sua banca.

La scelta dell’Africa è casuale nel film e anche nella realtà delle riprese: la seduzione delle immagini del continente non distrae dalla storia, e il Sudafrica è stato scelto per fornire un contrasto necessario con lo sfondo tedesco dal quale i due eroi vogliono fuggire.

E anche nel film, la preferenza avviene a caso: in aeroporto Benno impone ad Andi che per scegliere la destinazione, punti a caso il dito sul cartellone delle partenze.

Lentamente la trama abbandona il lascito del film sulla salute, per divenire buddy film, sottogenere cinematografico che ha come fulcro l'amicizia tra due persone: un genere che ha sempre prodotto incassi notevoli. “Quasi amici - Intouchables” (2011) è stato il caso più recente, fino “Drive Hard” (2014) e “2 Guns” (2013). Il film esemplare è stato “Thelma & Louise” (1991) con Geena Davis e Susan Sarandon, mentre una deviazione è stata portata in “White Men Can't Jump" (1992), “Pulp Fiction” (1994), ”Men in Black” (1997 e 2012), “Miami Vice” (2016), fino al prossimo “Ralph Breaks the Internet: Wreck-It Ralph 2” (2018).

Lo stesso “The Most Beautiful Day - Il giorno più bello” ha incassato in Germania più di 14 milioni di euro.

I due protagonisti si mescolano in diverbi, battute, riscoperte, anche se il film spesso vira nella mancanza di credibilità, come nei momenti in cui Andi deve ricorrere alla maschera dell’ossigeno perché ansioso, quasi emulando gli sketch di un’altra coppia comica, Stanlio e Ollio. Ed il dramma lascia così il tempo alla commedia, con tanto di sapore di libertà respirato mentre Andi alza la testa dal camper gettando soldi.

Un tono acre resta nello spettatore, quello da cui il film è tratto: il team ha visitato una clinica per malati terminali a Monaco di Baviera, per avere la sensazione dell’atmosfera, cercando di trovare un equilibrio tra la morte e la domanda sul senso della vita.

Quell’equilibrio ritmato da una frase nel film: “La morte non esiste. C’è solo un breve momento prima, e non è affatto male”.

© Riproduzione riservata




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