Recensione del film Bohemian Rhapsody

Cinema / Recensione - 29 November 2018 10:00

Bohemian Rhapsody ripercorre la vicenda di Freddie Mercury

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Bohemian Rhapsody è un film biografico, che racconta la storia del leggendario Freddie Mercury e dei Queen dalla loro nascita al successo mondiale. Diretto da Bryan Singer (I soliti sospetti) e prodotto da Graham King (The Aviator), il film celebrazione dei Queen è in uscita nelle sale italiane il 29 Novembre.

Siamo nel 1985. Le oltre 70.000 persone in festa che riempiono il Wembley Stadium e i restanti 1.9 miliardi collegati alla televisione stanno aspettando di assistere alla più grande performance live della storia. È il turno dei Queen.


Film Bohemian Rhapsody

Il concerto coincide con un momento cruciale per la band, quello del loro ritorno insieme dopo l’uscita dal gruppo di Mercury (interpretato da Rami Malek) per la sua avventura da solista: quando l’artista deve imparare a riconoscere i veri affetti della sua vita, da chi lo tradisce e rimane vicino solo per approfittarsi di lui. 

Bohemian Rhapsody racconta il percorso che ha portato Freddie e i Queen fino a quel successo  storico: il primo lavoro all’aeroporto di Heathrow e le grandi ambizioni, la notte in cui conosce Brian May e Roger Taylor, l’incontro con “l’amore della vita”, Mary Austin - interpretata da Lucy Boyton - che sarà sempre sinceramente vicina all’artista, soprattutto nelle situazioni di smarrimento, le prime esibizioni live e quelle storiche, il background culturale di Mercury e il rapporto con il padre.

Il biopic ci dà una versione inedita sulla relazione con Paul Prenter, interpretato magistralmente da Allen Leech, che si insinuerà nella vita di Mercury come suo manager personale e lo allontanerà dalla band per condurlo in una spirale pericolosa: i club, la droga e l’alcool. 

Il tutto avviene nel periodo tra il 1970 e 1985, che “sembrava il più significativo per la storia della band”. Azzeccata la scelta di includere i retroscena degli studi di produzione, il conflitto tra la band e il potente produttore musicale di turno, e il processo di creazione del loro sound innovativo e di brani indimenticabili come Bohemian Rhapsody. 

Rami Malek nel ruolo di Freddie Mercury dei Queen

Per il difficile compito di interpretare la leggenda del rock è stato scelto Rami Malek, già vincitore dell’Emmy Award per la serie tv Mr Robot e da sempre fan dei Queen: la scelta è stata premiata da una performance esaltante, all’altezza del premio Oscar, non solo grazie alla somiglianza fisica che salta subito all’occhio, ma anche alla capacità disarmante di renderne il carisma e la ricchezza emotiva.

L’idea alla base del team creativo era quella di non fare un’imitazione di Mercury, ma piuttosto di “capire perché faceva quello che faceva”, lasciando che Malek portasse qualcosa di proprio al personaggio. 


A rimanere uguali sono i movimenti così iconici di Freddie, grazie anche all’aiuto della movement coach Polly Bennet. Altri elementi del film che rimangono fedeli al vero sono i costumi, che vengono riprodotti a partire da materiale d’archivio e dagli originali ancora in possesso dei Queen, e le location, ricostruite con una precisione maniacale, come nel caso del palco del Live Aid.

I membri dei Queen – Brian May, Roger Taylor and John Deacon - sono portati sullo schermo da Gwilym Lee, Ben Hardy e Joe Mazzello, in una performance che ha stupito ed emozionato Brian May. 

Il successo del film Bohemian Rhapsody

Il film, rimasto in cima al Box Office generale per le prime due settimane dall’uscita, è apprezzatissimo dal pubblico, ma la critica è di diversa opinione, lamentando alcune imprecisioni storiche e il fatto che il biopic ci vada leggero sugli aspetti più scabrosi della vita del cantante: ma questa sembra più una scelta di stile, di trattare con eleganza argomenti ancora sensibili, e ciò anche grazie agli occhi attenti di May e Taylor.

Bohemian Rhapsody è un film che farà scendere più di qualche lacrima di commozione a chi già conosce i Queen e la loro musica, e presenta a chi non ha il piacere di conoscerli la magia della band, di un’epoca musicale irripetibile, attraverso gli occhi dei protagonisti.

© Riproduzione riservata




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