Pan - Viaggio sull'isola che non c'è, Joe Wright racconta come tutto ebbe inizio

Cinema / Recensione - 12 November 2015 13:00

Pan - Viaggio sull'isola che non c'è, un film live-action che racconta le origini del bambino che non vuole crescere mai. Affidati alla regia di Joe Wright, troviamo Hugh Jackman, Garrett Hedlu

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Pan - Viaggio sull’isola che non c’è film diretto da Joe Wright, scritto da Jason Fuchs, liberamente ispirato ai romanzi scritti da J.M. Barrie

Trama. Peter (Levi Miller) è un bambino di dodici anni molto vivace, abbandonato dalla madre (Amanda Seyfried) quando era ancora un neonato e cresciuto nell’orfanotrofio di Londra. Durante una notte molto particolare, Peter viene rapito da un manipolo di pirati che si calano direttamente da una nave volante, dritti nel dormitorio degli orfanelli. Il bambino viene portato in un posto chiamato Isola che non c’è, e qui vivrà una serie di avventure incredibili, cercando di scoprire il segreto che avvolge la figura della madre. Insieme a Giglio Tigrato (Rooney Mara) e James Uncino (Garrett Hedlund) cercherà di sconfiggere il terribile pirata Barbanera (Hugh Jackman), per salvare l’Isola che non c’è e rivelare il suo destino da eroe.

Recensione. Sono passati sessantadue anni da quando uscì “Le avventure di Peter Pan”, il film d’animazione Disney che fece sognare milioni di bambini, estasiati di fronte ad una storia di pirati e luoghi magici. Oggi la Warner Bros. riscopre questo classico, proponendo una personale versione di come tutto ebbe inizio, a partire dalle origini dell’eterno bambino. Ritroviamo perciò lentamente tutti i personaggi più famosi della favola, e anche una new entry molto eccentrica, Barbanera: un pirata schiavista, che fa lavorare grandi e piccini in una miniera, per trovare la polvere di fata cristallizzata. Un vero cattivo, acclamato e rispettato dai suoi scagnozzi (cult la scena in cui tutta la cava canta “Smells like teen spirits” dei Nirvana). D’altra parte interessante anche la storia di un buono - anzi buonissimo - Uncino, che però non viene sviluppata fino in fondo, lasciando l’amaro in bocca allo spettatore curioso; solo qualche accenno ironico alla futura rivalità tra lui e Peter, ma niente di più. La pellicola è dedicata infatti ad un pubblico molto giovane, ogni scena di violenza è mascherata grazie all’utilizzo di escamotage molto inventivi, a partire dalle pallottole che trasformano le vittime in nuvole colorate. Quello che colpisce maggiormente sono gli aspetti visivi, conditi dall’uso del 3D, sui quali i produttori hanno investito molto: il budget totale del film è stato stimato intorno ai 150 milioni di dollari.

Accuse di razzismo. Alcune vicende controverse hanno caratterizzato l’uscita di quello che doveva essere il film campione di incassi della Warner, e che invece ha avuto scarsissimo risultati nei botteghini statunitensi. La pellicola infatti è stata accusata di razzismo a causa della scelta degli attori (per la maggior parte bianchi) destinati ad interpretare la tribù indiana dell’Isola che non c’è: è stata così fatta una petizione per impedire alla casa di produzione di ingaggiare altri autori caucasici, in favore di un cast multirazziale.

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