Libro Io odio internet, Jarett Kobek sui pericoli del web

Daily / Recensione - 12 October 2018 08:00

La recensione, in libreria per Fazi Editore.

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Io odio internet (I Hate the Internet, il titolo originale) è un romanzo, finalista al Gordon Burn Prize, di Jarett Kobek. Lo scrittore americano, di origine turca, scrive un libro provocatorio sui pericoli della rete.


Google, Facebook, Twitter: dei colossi informatici, ne scopriamo la storia. Il comune denominatore resta quello di fare affari grazie alle vite private, spiattellate sulle piattaforme social, di centinaia di milioni di utenti. Amazon, sottolinea Kobek, è nata per distruggere l'editoria.
In generale: “Internet era un’invenzione meravigliosa. Era una rete informatica che gli esseri umani usavano per ricordare ai loro simili che erano degli schifosi pezzi di merda”.

Dalle piattaforme al business dei supereroi

Per la cronaca, il romanzo non risparmia l'ingegnoso business di Marvel Entertainment e della Disney. I supereroi dei fumetti sono diventati, oggi, altrettanti protagonisti di blockbuster. Tuttavia, i loro creatori non detengono alcun diritto sui personaggi. Come è potuto accadere?

Kobek ci racconta la situazione, tra passato e presente. Tutto comincia con un particolare contratto tra autori e case editrici: “Il lavoro su commissione era uno dei molti pessimi accordi che le aziende proponevano ai creativi. I termini del lavoro su commissione, una modalità contrattuale specifica del diritto americano, erano questi: ti paghiamo abbastanza perché tu abbia da mangiare e ci teniamo tutto quello che crei. Perciò Jack Kirby aveva lavorato su commissione e aveva creato una pletora di proprietà intellettuali che avevano generato guadagni immensi mentre legalmente lui non deteneva nessun diritto su quelle proprietà. Passò gli ultimi anni della sua vita a lottare contro la Marvel per rivendicare la sua proprietà intellettuale e la restituzione delle sue tavole originali. Finì sotto terra senza che gli venisse riconosciuto il lavoro di tutta una vita. Lo incularono alla grande.”
Sarà George Lucas, il padre di Guerre Stellari, a invertire la rotta.

La trama di Io odio Internet

Molti sono gli aneddoti riguardo al mondo fumettistico catapultato sul grande schermo. La protagonista del libro, Adeline, infatti, è una disegnatrice di fumetti. La sua opera più famosa è Trill: lei disegna, il collega Jeremy ne scrive la sceneggiatura. Il fumetto esce con gli autori che si firmano sotto pseudonimi, per incrementarne le vendite: lui è afroamericano, lei una “bianca” ricca, un'accoppiata poco appetibile sul mercato.
Il fumetto diventa un film, ma è un flop. Qualcuno rivela l'identità di Adeline, facendola diventare, in qualche modo, famosa.

Lei ha 45 anni e poco dimestichezza con i social. Il romanzo sottolinea la vulnerabilità della protagonista in quanto donna, famosa e portatrice di idee impopolari, soprattutto nei confronti di (due) popstar con milioni di followers.
Durante un incontro con degli studenti universitari, viene registrata e filmata, finendo su YouTube.
Un errore che le costerà caro. Il finale è inquietante.

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