God of War, recensione videogame per PS4
God of War è un nuovo inizio per la serie, un titolo maturo ambientato nella mitologia norrena

God of War è un cambio deciso e importante per la serie sviluppata da Santa Monica, una svolta matura che coinvolge storia e gameplay. Se la trilogia originale vedeva l’ambientazione greca, con il pantheon classico, questo nuovo episodio ci porta nelle fredde e gelide terre nordiche, dove la mitologia norrea è la base delle vicende di Kratos e suo figlio, Atreus. Il cambio di scenario ci conduce verso divinità a noi meno conosciute e affini, ma altrettanto affascinanti e misteriose, con un discernimento della conoscenza del protagonista che va di pari passo al nostro, in un viaggio di scoperta e terribili pericoli.
God of War cambia radicalmente modo di raccontare la storia, con un rapporto padre-figlio che stravolge i classici stilemi della saga, fatta di violenza e vendetta, di cieca rabbia e senza particolari introspezioni personali dei personaggi. La maturazione del team di sviluppo abbraccia una filosofia ormai consolidata all’interno del panorama delle esclusive per PS4, che seguono la strada tracciata da The Last Of Us. Kratos è invecchiato, acquisendo saggezza ma mantenendo quasi del tutto inalterato il suo lato duro e fiero; la presenza del figlio, tuttavia, ha instaurato in lui un senso di protezione e responsabilità maggiori. Il suo viaggio non è più così guidato dalla furia precedente, fine a se stessa, ma abbraccia una sfera più intima e privata, quella della famiglia, o ciò che ne resta.
Il desiderio di un’esistenza pacifica e tranquilla si scontra, tuttavia, con pericoli messi in atto dalla nostra presenza nelle straniere e lontane terre nordiche. Un Dio della Guerra, allontanatosi dalla sua terra natia, non passa di certo inosservato, andando ad avviare meccanismi che coinvolgono forze naturali e mistiche del Nord. La narrativa e il ritmo più lento e maturo si uniscono ad un gameplay fisico e pesante, che abbandona l’anima da hack’n slash dei precedenti capitoli, fatta quasi esclusivamente di scontri frenetici e un’azione spettacolare ma senza particolari tecnicismi. Le nuove meccaniche si avvicinano maggiormente ai giochi di ruolo moderni, con un’inquadratura alle spalle del protagonista, missioni secondari e un sistema di progressione di livelli e potenziamenti che modifica e approfondisce il combat system. Gli scontri sono ridotti in quantità rispetto al passato, con meno nemici ma con una pesantezza della battaglia sensibilmente aumentata, che rende molto più soddisfacenti e credibili i combattimenti con la nostra ascia da guerra.
Schede
Il nuovo sistema di gioco si unisce ad una visuale liberamente controllabile dal giocatore, non più fissa come nella trilogia originale. Il motore grafico muove una quantità di dettagli ed elementi impressionante, collocandosi come uno dei benchmark tecnici dell’attuale generazione, in 4K e HDR. Gli scenari sono vari e definiti in ogni loro elemento, con texture in alta risoluzione e che dipingono un mondo nordico freddo e misterioso, innevato, fangoso, con foreste tagliate da un’illuminazione fotorealistica e personaggi ispirati, con una caratterizzazione profonda come mai prima d’ora nella serie. Già solamente il modello di Kratos, ora con una barba lunga e che inizia ad ingrigirsi, conta una quantità di dettaglio impressionante, tra muscoli e armature, espressioni facciali e movenze. L’aspetto visivo di God of War, davvero meraviglioso e capace di suscitare nel giocatore un continuo senso di stupore, si unisce a voci italiane convincenti e famose: in tal senso, tuttavia, dobbiamo segnalare un timbro vocale di Atreus sin troppo maturo, e grande, per la sua sua giovane età.
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