Recensione film Django Unchained, Quentin Tarantino tra schiavitù e western

Cinema / Recensione - 17 January 2013 07:10

Ambientato in un periodo storico tormentato dalle tensioni che hanno portato alla guerra di secessione, un uomo è costretto a lottare per ritrovare sua moglie venduta come schiava

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Django Unchained è il film scritto e diretto da Quentin Tarantino che sullo sfondo di problematiche connesse alla schiavitù traccia una storia western ambientata nel 1858 nel profondo sud degli Stati Uniti. In un periodo storico politicamente tormentato un uomo è costretto a lottare per la propria indipendenza e sopravvivenza.

Django (Jamie Foxx) è uno schiavo che vive ossessionato dalla ricerca della moglie Broomhilda (Kerry Washington) separata da lui dopo che è stata venduta dal suo padrone. Django dopo essere stato liberato si unisce all'ex dentiste e cacciatore di taglie Dr. King Schultz (Christoph Waltz) ma la ricerca dell'amata moglie lo porterà a confrontarsi con il famigerato Calvin Candie (Leonardo DiCaprio).

Quentin Tarantino si è ispirato al cinema celebrato con l'appellativo di Spaghetti Western. Un genere che ha permesso al cinema italiano di essere un punto di riferimento negli anni sessanta, un genere che ha visto tra i massimi esponenti il regista Sergio Leone e le colonne sonore di Ennio Morricone. Tuttavia il personaggio intorno al quale Tarantino fa ruotare la storia sembra essere quello del Dr. King Schultz, detto "il dentista". Il regista sembra essersi ispirato ad un pistolero realmente esistito nella storia del west e ripreso in numerosi film sia per la complessità che per la drammaticità del personaggio. Si tratta di Doc Holliday, proveniente da una buona famiglia, si prese una laurea in odontoiatria e la tubercolosi. Fu per quest'ultima che abbandonò la professione e si spostò in cerca di un clima migliore per la sua salute, divenendo un pistolero di fama. Stabilitosi per un periodo a Tombstone prese parte ad una delle più celebri sparatorie della storia del west, quella dell'O.k. Corral, insieme al sua amico Wyatt Earp. Quello di Doc Holliday fu un ruolo molto ambito per registi ed attori, va ricordata l'interpretazione di Dennis Quaid in Wyatt Erp del 1994. Tarantino riprende il ruolo del dentista conferendole un minore spessore drammatico ma lo colloca perfettamente all'interno della storia conferendogli l'adeguata ironia, anche se il personaggio sembra perdere l'iniziale carisma non appena la trama si dirige verso la liberazione di Broomhilda.

Il regista in Django Unchained conferisce una buona chimica ai personaggi sorretti da un'altrettanto ottima interpretazione da parte del cast. La fotografia è magnetica, la trama è diretta ed efficace e la narrazione spettacolare ed ironica pervasa dalla violenza che accompagna i film di Tarantino. Un film divertente che asseconda la passione del regista per il genere trattato senza seguirne la caratterizzazione in profondità. Manca quel tratto amaro che si alternava ad un sarcasmo malinconico che faceva sentire i protagonisti vittime del loro tempo.

© Riproduzione riservata


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