Lullaby to My Father, la sofferta fiducia nel futuro

Cinema / News - 03 September 2012 07:15

Lullaby to My Father è stato proiettato come film fuori concorso alla 69° Mostra del Cinema di Venezia, un documentario testimonianza di Amos Gitaï che narra la vicenda umana e personale di suo padre

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Nei primi anni trenta del novecento in Europa si respira un clima di apprensione verso il futuro, dovuto ai venti di guerra che spirano dopo la salita al potere di Hitler. L'incertezza verso il futuro, la crisi economica ed occupazionale, gettano un ombra sulle giovani generazioni che si affacciano al mondo con animo speranzoso. Una esperienza che traspare anche da un racconto epistolare nel quale emerge il dubbio della riuscita personale. Il periodo storico per le generazioni alla ricerca di occupazione non è dei migliori ma nonostante ciò quello che non deve mancare è la fiducia nelle proprie capacità mentali.

Munio era un giovane studente presso la Scuola di Architettura e Design del Bauhaus sita nella città di Dessau, prima che nel 1933 venne definitivamente chiusa dallo stesso Hitler. Munio subì un processo dalle autorità per tradimento contro lo stato tedesco e fu rinchiuso prima in carcere poi grazie all'intercessione di un avvocato assunto da suo fratello venne liberato ed espulso dalla Germania. Giunto successivamente in Palestina a bordo di una nave poco prima dell'esplosione della seconda guerra mondiale contribuì alla evoluzione dell'architettura nello stato d'Israele.

Amos Gitaï è l'impegnato regista israeliano che ha diretto già film acclamati come Free Zone del 2005 con protagonista Natalie Portman e Carmel del 2009.

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