Il mistero della Mary Celeste, tra teorie e ipotesi attuali: perché è scomparso l'equipaggio?

Daily / Approfondimenti - 07 August 2020 13:00

Il brigantino canadese Mary Celeste partito da New York nel 1872 alla volta di Genova.

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Il mistero, contrapposizione tra avventurosa passione per la scoperta e recondito timore verso l’ignoto, ha la capacità di affascinare da sempre gli animi di ogni generazione. Molti sono i misteri irrisolti della storia e vogliamo inaugurare questa rubrica con un enigma che è rimasto celato tra i mari. Alcuni misteri nascono purtroppo nella tragedia ed è ciò che è accaduto alla Mary Celeste, una misteriosa scomparsa nata dal dramma.
Era il 1872 quando l’equipaggio della Mary Celeste, brigantino canadese, scomparve nel nulla abbandonando la nave che in un primo momento venne battezzata con il nome di Amazon, ritratta nel suo splendore originario in un dipinto del 1861 quando venne inaugurata sulle sponde canadesi.
Una imbarcazione forse nata sotto una cattiva stella se si considerano un naufragio e la perdita di ben due capitani. La nave venne riparata e registrata con il nome Mary Celeste al porto di New York. La tormentata vicenda della Mary Celeste era appena cominciata, infatti nel 1969 venne sequestrata per esposizione debitoria.
Capitano e comproprietario della Mary Celeste divenne Benjamin Spooner Briggs che spinto dai suoi soci fece rotta verso i porti del Mediterraneo per commerciare con Genova. Il capitano portò con sé la moglie Sarah e la figlia di appena due anni Sophia. Ancora oggi non si sono comprese le ragioni di cosa sia effettivamente accaduto. Una testimonianza del capitano David Reed Morehouse del brigantino Dei Gratia, che avvistò la Mary Celeste, riferì che la nave proseguiva senza più equipaggio, come fosse una nave fantasma.

Il capitano Benjamin Briggs e il ritrovamento della nave

Benjamin Briggs era un lupo di mare esperto, e per questo risulta ancora più strana la sua scomparsa in mare. Comandò la Sea Foam - brigantino acquistato dalla Union Navy che, durante la guerra civile americana, fu usato dalla Marina dell'Unione principalmente come cannoniera da mortaio, ma anche come cannoniera di stanza al largo dei porti confederati per impedire il commercio con l'estero. 
Nel 1862 Briggs divenne maestro di goletta per la nave Forest King.
Quando Briggs prese il comando della nave Arthur nel 1865, consegnò il comando della King a suo fratello, Oliver Briggs. Oliver era suo socio in affari, tanto che nel 1871 Benjamin pensò di abbandonare il mare e acquistare un negozio di ferramenta a New Bedford.
Cosa lo fece desistere dall'impresa, per tornare in mare nell'anno successivo con il fatale viaggio?
Pare che quasi una dannazione aleggi sulla famiglia di Benjamin.  Il fratello Zanas morirà nel 1912 di febbre gialla mentre prestava servizio come ufficiale sulla nave "Julia A. Hallock", in viaggio da Cuba verso gli Stati Uniti. Sulla stessa nave "Julia A. Hallock" l'amato fratello Oliver morì quando la nave fu distrutta da una tempesta nel nel Golfo di Biscaglia: sopravvisse per 4 giorni sul relitto e morì 2 ore prima dell'arrivo degli aiuti. Il fratello Nathan Henry contrasse la febbre gialla a bordo della nave che salpava da Galveston: il suo corpo fu gettato in mare nel Golfo del Messico. La sorella Maria e suo marito morirono in mare quando la loro nave si scontrò con un'altra nave al largo di Cape Fear. Anche il padre Nathan Spooner era un capitano, e morì colpito da un fulmine durante una tempesta: non era in mare ma in piedi sulla soglia della sua casa.  

Il mistero della Mary Celeste, la nave scomparsa oggetto di ipotesi ancora oggi - immagini

Partita il 7 novembre del 1872 da New York diretta a Genova, la Mary Celeste viene avvistata il 5 dicembre dal brigantino mercantile Dei Gratia, capitanato da David Morehouse.
Le coordinate, segnalate dal primo ufficiale, sono: 38°20′ nord, 17°15′ ovest, circa 400 miglia a est delle Azzorre.
A bordo della Mary Celeste, tuttavia, non c'è nessuno. Le scorte di viveri e d'acqua non sono state intaccate e risultano sufficienti per mesi. Sulla nave lo scenario è visibilmente caotico, le carte nautiche sparpagliate in giro. D'altra parte, gli effetti personali e il denaro dell'equipaggio - team ritenuto esperto e che godeva di un'ottima reputazione, a cui si aggiungono, lo ricordiamo, la moglie di Briggs e la figlioletta di due anni come passeggeri (l'altro figlio dei coniugi Briggs, Arthur, di 7 anni era rimasto dalla nonna in Massachusetts per motivi scolastici) - vengono ritrovati al loro posto. Tranne quelli dei fratelli Volkert e Boye Lorenzen, inizialmente sospettati. 
Oggi sappiamo, grazie alle testimonianze dei discendenti, che i due marinai avevano smarrito gli effetti personali in un naufragio nel 1872 e che non avevano alcun movente omicida: in contrapposizione, dunque, alla tesi sposata nel film The Mystery of the Mary Celeste con protagonista Béla Lugosi, di cui parleremo più avanti.

Orologio e bussola risultano imprecisi, mentre la stiva presenta circa tre metri e mezzo di acqua e una pompa è stata smontata.
Dal diario di bordo emerge che il brigantino di 282 tonnellate ha incontrato il maltempo per circa due settimane sulla rotta verso le Azzorre: l'ultima annotazione risale alle 5 del mattino del 25 novembre.

Mancano il sestante di bordo, la scialuppa di salvataggio e i documenti relativi al carico trasportato (1701 barili di alcol della ditta Meissner Ackermann & Co. da destinare alle cantine italiane per aumentarne la gradazione del vino). Nel porto di Genova vengono rilevati 9 barili di alcol vuoti (o svaporati secondo una teoria).
Il brigantino Mary Celeste e il carico trasportato risultano assicurati per una cifra di $46.000.
Il procuratore inglese Frederick Solly Flood indaga su una pista precisa: la possibilità che il capitano Morehouse e Briggs - si scopre che sono amici - possano essere d'accordo sull'incassare l'assicurazione, visto che legalmente ora la Mary Celeste è di proprietà di Morehouse.
L'impianto accusatorio, infine, viene smentito dall'assenza di prove e numerose circostanze contraddittorie - per esempio, viene appurato che Briggs era titolare di quote di proprietà del brigantino. Tuttavia l'equipaggio della Dei Gratia riceve, infine, solo un sesto dei 46.000 dollari: qualcosa non torna e non convince l'autorità giudiziaria che indaga sul caso.
Molte teorie, anche fantasiose, si sono succedute in merito alla misteriosa scomparsa dell'equipaggio del brigantino Mary Celeste, tra le quali, l'ipotesi di un attacco piratesco, di un ammutinamento, di mostri marini ed entità aliene.

Mary Celeste, il mistero che alimenta il mito della nave fantasma tra ipotesi, letteratura e film

La Mary Celeste, il brigantino senza equipaggio che ha alimentato il mito della nave fantasma, costituisce ancora oggi un mistero. Un enigma irrisolto che ha permesso di elaborare numerose teorie circa la sparizione degli otto membri del personale di bordo e dei due passeggeri (la moglie e la figlia del capitano). Un caso che al principio destò scalpore, la nave ritrovata a vele spiegate ed in buono stato mentre viaggiava verso lo stretto di Gibilterra e con provviste di acqua e cibo per diversi mesi. I primi uomini che salirono a bordo dopo il ritrovamento nel bel mezzo dell’oceano notarono, come detto, uno stato di caotico abbandono. Tra le teorie elaborate, una emerse con maggiore attinenza: la causa più plausibile della sparizione dell’equipaggio è stata probabilmente causata dalla continua esalazione di alcool contenuto in quasi i duemila barili trasportati dal brigantino. Esalazioni probabilmente dovute alla porosità del legno usato per confezionare i barili. Si è presupposto che l’equipaggio ed i passeggeri abbandonarono la nave e salirono sulla scialuppa mancante per scampare alle esalazioni, senza purtroppo riuscire a tornare a bordo della Mary Celeste. Le annotazioni del periodo narrano che lo stesso capitano non era d’accordo nel trasportare una così consistente quantità di alcool, ma i suoi soci lo spinsero al viaggio e da qui forse nacque il mito della nave fantasma, sebbene gli anni successivi furono comunque pervasi da eventi negativi che attribuirono al brigantino l’appellativo di imbarcazione maledetta.

Molte sono le opere di finzione e di non-fiction ispirate al mito della nave. The Ghost of the Mary Celeste di Valerie Martin è un romanzo storico che mescola generi come poesia, documenti di bordo, ritagli di giornale, lettere diari, passando per lo spiritualismo di fine Ottocento avvolto da storie di fantasmi: nel Massachusetts, il cugino tredicenne della moglie del capitano Briggs affermò di aver visto il fantasma della donna morta, mentre spingeva il padre, un ministro, a preoccuparsi del "fantasma della figlia".



Undici anni dopo il viaggio della nave, Sir Arthur Conan Doyle scrisse un breve racconto sulla Mary Celeste pubblicato su Cornhill Magazine intitolato J. Habakuk Jephson’s Statement: un misto di fatti e finzione che creò scalpore quando fu pubblicato all'inizio del 1884. Qui l’equipaggio era stato ucciso da un essere diabolico, nero, che odiava i bianchi, e il racconto portò al giovane medico inglese il primo successo letterario, tre anni prima del debutto del detective Sherlock Holmes.
Il film The Mystery of the Mary Celeste (1935) è un giallo britannico diretto da Denison Clift e interpretato da Béla Lugosi, Shirley Grey e Arthur Margetson: la versione rilasciata negli Stati Uniti, con il titolo Phantom Ship, è circa 18 minuti più breve dell'originale che è ormai perduto.

Mary Celeste, cosa ci dice l'indagine scientifica oggi

Su Amazon Prime Video è disponibile il documentario The True Story of the Mary Celeste di Anne MacGregor: la regista ha applicato le moderne tecniche forensi alle ricerche: "Amo l'idea dei misteri, ma bisogna sempre rivisitare il passato usando ciò che emerso in seguito", ha detto al Smithsonian Networks che co-finanzia il progetto. MacGregor ha considerato il fatto che il capitano Briggs avrebbe, molto probabilmente, ordinato di abbandonare la nave in vista della terraferma per ragioni di opportunità.
Ripercorriamo le tappe della sua ricerca condotta con i moderni mezzi tecnologici a disposizione oggi.

Anne MacGregor, il suo marito professore Scott e l'oceanografo Phil Richardson (Istituto Oceanografico Woods Hole del Massachusetts) esperto di navi abbandonate, indagano sul mistero escludendo eventualità, considerate in passato, ma ritenute improbabili, grazie all'ausilio delle tecniche moderne.

Il team di MacGregor rileva la temperatura dell'acqua, la velocità e la direzione del vento, grazie ai dati dell'International Comprehensive Ocean-Atmosphere Data Set (ICOADS), database nato per studiare i cambiamenti climatici e dotato di un archivio navale che va dal 1784 al 2007.
Il mistero del brigantino Mary Celeste non è ancora risolto, tuttavia è plausibile che la nave fosse stata abbandonata la mattina del 25 novembre.

A sostegno dell'ipotesi, gli appunti del procuratore generale Solly-Flood che trascrive le annotazioni parte del diario bordo perduto nel 1885. A causa di un cronometro malfunzionante, l'acqua nella stiva e l'ennesima tempesta da combattere, il capitano Briggs avrebbe dato l'ordine di abbandonare la nave.

Perché? Anne MacGregor e il suo team di investigazione scoprono che il brigantino Mary Celeste ha recentemente trasportato carbone ed è stato sottoposto a ristrutturazione: due eventi cruciali, credibilmente fertili per depositare polvere e detriti nella famosa pompa, evidentemente difettosa e smontata. Briggs non aveva il controllo del brigantino e puntava sulla terraferma, avvistata in ritardo.

A ritrovare il relitto, scomparso infine sul fondo dell'oceano insieme al suo mistero irrisolto, è stato proprio uno scrittore, Clive Eric Cussler autore di romanzi ambientati sul fondo dei mari con il suo personaggio Dirk Pitt: una spedizione della sua associazione Numa - condotta da lui e dall’amico produttore cinematografico John Davis - ha ritrovato il 9 agosto del 2001 i resti del relitto della Mary Celeste abbandonati in un reef della costa di Haiti: “Siamo stati soltanto fortunati - ha risposto lo scrittore ai giornalisti che gli facevano i complimenti per la sua scoperta - ci è stato dato il privilegio di scrivere il capitolo conclusivo di questa storia, anche se il grande mistero che cela, non potrà mai venir risolto”.
Google ha mappato il naufragio delle Bermuda utilizzando le immagini ottenute dal Catlin Seaview Survey. Il punto in cui si torva il relitto del Mary Celeste può ora essere visionato con un computer: che giace a più di 15 metri sott'acqua ed è molto apprezzato dai subacquei per la sua grande ruota a pale ancora visibile.

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