Senza nessuna pietà recensione film, Pierfrancesco Favino protagonista a Venezia 71 con un noir romantico

Cinema / Recensione - 11 September 2014 08:00

Senza nessuna pietà, Michele Alhaique dirige Pierfrancesco Favino e Greta Scarano in un film noir che racconta la fuga per la salvezza di due persone che imparano ad amarsi.

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Senza nessuna pietà film diretto da Michele Alhaique, una produzione Lungta Film e PKO con Rai Cinema, e presentato alla 71ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

Senza nessuna pietà trama, noir atipico. Mimmo è un muratore che come secondo lavoro si occupa di recupero crediti nei sobborghi di Roma. Il suo capo è lo zio, il signor Santili, che ama come fosse un padre. I problemi però sorgono quando il cugino da sempre odiato, Manuel Santili, gli chiede di portare a casa sua una prostituta, Tanya, con la quale vuole organizzare una festicciola intima. Ma dopo aver trascorso del tempo insieme, Mimmo capisce di provare qualcosa per la ragazza: quando vede perciò Manuel in procinto di intrattenere un rapporto con lei, lo colpisce violentemente e scappa con Tanya, anche grazie all’amico “il Roscio". I due sono braccati senza tregua dagli scagnozzi di Santili, che vuole vendicare il figlio, ma riusciranno comunque a creare un legame fuori dall’ordinario, scoprendo lati nascosti della propria esistenza.

Senza nessuna pietà recensione. Michele Alhaique presenta a Venezia 71 una pellicola particolare: un noir che non vive unicamente di sparatorie e sangue. Anzi, le scene d’azione sono ridotte al minimo e il film cresce col mutare dei personaggi e con la scoperta dell’amore tra loro. Un cambio di stile quindi rispetto a ciò a cui siamo stati abituati negli ultimi anni. Eccellente performance di Pierfrancesco Favino, che impera sullo schermo nel ruolo del gigante buono, per il quale ha dovuto prendere qualche chilo e una pancia che non passa certo inosservata. La giovane Greta Scarano non è da meno e riesce a creare un soggetto molto intrigante, che spesso monopolizza l’attenzione. E il regista d’altro canto non ha intenzione di tralasciare neanche una smorfia o un movimento, e utilizza sovente la macchina a mano, condita da numerosi primi e primissimi piani che colgono tutta l’espressività dei due attori. Ruolo fondamentale lo ricopre anche il paesaggio, cantieri e palazzi si rivelano tutt’altro che luoghi sicuri, ma elementi pericolosi e opprimenti. Mimmo e Tanya infatti trovano la libertà solo una volta giunti al mare, spazio aperto dove riescono a vivere momenti di apparente normalità. La colonna sonora, composta da Luca Novelli e Pierre-Alexandre Yuksek Busson, è un mix di musica orchestrale e suoni elettronici, e tratteggia in maniera raffinata gli stati d’animo dei protagonisti. Un ottimo inizio dunque per Alhaique, che si cimenta per la prima volta nel ruolo di regista dopo diversi anni da attore, e crea un’opera di spiccata personalità, coraggiosa e piena di suspense. 

Senza nessuna pietà cast. Pierfrancesco Favino (World War Z, Rush) è Mimmo. Greta Scarano (Qualche Nuvola) interpreta Tanya, mentre Claudio Gioè (La mafia uccide solo d’estate) è l’amico “il Roscio”.

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