Recensione Beautiful Boy, con Steve Carell e Timothée Chalamet

Cinema / Recensione - 21 January 2019 13:50

In sala dal 14 febbraio, film biografico per la regia di Felix Van Groeningen.

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Beautiful Boy è il film prodotto dalla Plan B Entertainment di Brad Pitt. Basato sull'omonimo memoir di David Sheff e quello del figlio Nic, Tweak: Growing Up on Methamphetamines, il film è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival lo scorso settembre.
Il titolo fa riferimento alla canzone di John Lennon, Beautiful Boy (Darling Boy), che David Sheff, giornalista freelance, collaboratore di autorevoli testate come Rolling Stone e The New York Times, aveva intervistato insieme a Yoko Ono nel settembre del 1980.
Beautiful Boy


Beautiful Boy è un film onesto sulla tossicodipendenza. Lo spettatore uscirà, eventualmente, informato sul circolo diabolico a cui è sottoposto il cervello di un consumatore di metanfetamine. La probabilità di guarigione è infausta: la dipendenza da meth rende l'individuo incapace di partecipare a un programma di disintossicazione. Anche nel caso fosse determinato, a causa dei danni neurologici irreversibili.

L'interpretazione di Steve Carell e Timothée Chalamet, rispettivamente nei panni di David e Nic Sheff, segna un indubbio punto di forza del film. Senza questi due attori, per il cinefilo più navigato, probabilmente il progetto avrebbe risentito dell'inevitabile effetto déjà vu, con dinamiche ricorrenti insite del genere.  
Chalamet, invece, ha ottenuto una meritata candidatura ai recenti Golden Globe grazie al ruolo.


Rispetto a titoli come Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (1981), Kids (1995), Requiem for a Dream (2000) o Paradiso + Inferno (2006), Beautiful Boy si focalizza sul rapporto di un padre disperato e di un figlio tormentato. 
David è un padre amorevole e presente. Nic è stato un bambino gioioso, un adolescente brillante. Come è potuto succedere che cadesse nella spirale della tossicodipendenza? Quando, e perché, la droga è entrata nella vita di quel ragazzo meraviglioso? Sono queste alcune delle domande che ossessionano David Sheff.
Frequentando un centro di supporto, cercherà di familiarizzare con il concetto delle cosiddette tre C: You didn't cause it, you can't control it, and you can't cure it (non l'hai causato, non puoi controllarlo e non puoi curarlo).

A un certo punto, infatti, la tossicodipendenza del figlio mette in pericolo l'armonia di quel che resta di una famiglia con due bambini piccoli. Nic ruba i risparmi del fratellino, si introduce in casa furtivamente. Segnali allarmanti.
Nel frattempo, il supporto dei genitori, purtroppo, non basta a curare l'adolescente perduto.

© Riproduzione riservata




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