Noah film, recensione: Russell Crowe in una trama sublime e morale

Cinema / Recensione - 09 April 2014 11:03

Noah è il film dalla trama biblica con Russel Crowe e Jennifer Connelly. La spettacolarità torna in un film morale: la recensione

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Noah è il film di Darren Aronofsky con Russel Crowe, Jennifer Connelly, Emma Watson, Logan Lerman e Anthony Hopkins.

Trama. Noah da ragazzo ha assistito all’assassinio del padre, Lamec da parte del re Tubal-Cain, che voleva impadronirsi della sua terra. Anni dopo troviamo Noah vivere con la moglie Naameh e i figli Sem, Cam e Jafet: dopo un sogno rivelatore  visita il nonno Matusalemme,  imbattendosi lungo la strada in un gruppo di persone uccise di recente e salvando la sopravvissuta Ila. Noah è inseguito dagli uomini di Tubal-Cain, e trova  rifugio con gli angeli caduti il cui scopo è aiutare gli esseri umani banditi dal Giardino dell'Eden. Gli esseri umani tentarono di schiavizzare e uccidere gli angeli, i quali furono aiutati da Matusalemme. Noah intanto riceve un seme dal nonno, lo pianta e un'intera foresta cresce in pochi secondi. Noah annuncia che tutto il legno sarà utilizzato per costruire un'arca: trascorsi otto anni la nave è pronta, gli animali si spostano nei vani. Matusalemme sceglie di morire nel diluvio e non sale nell’arca, mentre la giovane Ila guarisce dalla sterilità e rimane incinta di Sem. Se il figlio sarà femmina dovrà essere sacrificato, e Noè chiede consiglio del Creatore sul da farsi ma non trova risposta. La giovane partorisce due gemelli e Noè decide di risparmiarli, mentre l’arca procede nel diluvio.

Recensione. Il film Noah ripercorre il plot semplice della vicenda biblica. Le polemiche sulla veridicità di alcuni momenti paiono inutili, tanto è semplice il racconto dell'antico testamento da lasciare poco spazio ad interpretazioni religiose. Il Dio della Bibbia è vendicativo, punisce in maniera imparziale uomini ed animali disobbedienti, Noè è il suo prescelto per essere lo strumento di tale rivalsa e si chiede se sia giusto o meno seguire i suoi dettami. Infatti al suo dubbio di sacrificare i figli di Sem il Creatore non risponde, lasciando a Noè il giusto arbitrio. E alla fine lui non si connota come disobbediente, avendo avuto capacità di decisione.

Darren Aronofsky. Il dubbio più presente nel film Noah è invece quello del regista Darren Aronofsky, che dopo “Il cigno nero” (2010) continua a presentare personaggi afflitti dalle proprie ambizioni: lì era la ballerina Nina Sayers che tentava di interpretare in maniera perfettta “Il lago dei cigni” tanto da morirne, qui un uomo in balìa di un potere superiore a lui. Ma stavolta grazie al budget di centotrenta milioni di dollari della Paramount Pictures quesiti dilemmi sono materializzati da effetti speciali che rendono le avversità naturali tangibili come non mai. E questo aspetto visivo incrementa di molto la spettacolarità del film, rendendolo uno dei più sublimi degli ultimi anni. Se a ciò si aggiunge l'interpretazione istrionica di Russell Crowe, Noah è certamente il film che meglio unisce il senso d'intrattenimento del cinema classico con i dilemmi morali della cinematografia degli anni duemila.

© Riproduzione riservata




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