Recensione L'Atelier dei miracoli di Valérie Tong Cuong: la benedizione di una seconda chance

Comics / Super Heroes / News - 30 January 2014 14:00

L'Atelier dei miracoli (Salani) di Valérie Tong Cuong: una figlia ripudiata, un senzatetto e una quarentenne in crisi sono i protagonisti intrappolati in un'esistenza che non li appartiene. L'A

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L'Atelier dei miracoli (Salani) di Valérie Tong Cuong - Jean Hart è il carismatico capo dell'Atelier, un'associazione che si occupa di recuperare i casi umani più disperati. Grazie al suo programma all'avanguardia, sovvenzionato da privati, l'Atelier rimette in sesto le esistenze reiette. Trasforma tragedie in commedie brillanti lungo uno speciale percorso di formazione e una parola d'ordine: rivincita sulla vita. Tuttavia, è tutto oro quello che luccica?

Un inferno di fuoco - Millie vorrebbe solo dormire fino alla fine del weekend. Dal venerdì sera fino al lunedì mattina fluttuando in uno stato di incoscienza. Ma sente il fumo nei polmoni, l'appartamento sta andando a fuoco. Forse è stato Karnarek del piano di sotto. Da qualche tempo l'anziano non ci sta più con la testa, deve avere dimenticato il borsch sui fornelli. Perchè quel fuoco? Millie ripensa all'incendio di tanti anni fa, a quando tutto è cominciato. Pensa anche a quel suo ultimo giorno di lavoro in azienda. Un lavoro temporaneo da segretaria tuttofare, tanto ligia quanto invisibile, procuratele dall'agenzia. Forse quel fuoco non è un caso, sarebbe meglio chiuderla e basta. Nessuno la cercherebbe. I mesi accumulati si somigliano tutti. Senza alcuna promessa, né grosse preoccupazioni. Nell'inferno di fumo, c'è un'unica via di uscita: Millie si lancia dalla finestra. Un volo che disegna la forma di una forcina per capelli.
All'ospedale, l'illuminazione: una nuova vita, ricominciare da dove tutto è finito. Millie finge di avere perso la memoria, guadagnandosi il soccorso dell'Atelier. D'ora in poi, sarà Zelda Marin.

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La vita sul marciapiede - Il signor Mike abita in un gradino riparato dal portone di un palazzo. Una sistemazione contesa con il “folletto”, un poco di buono della peggior specie, che organizza una spedizione punitiva di gruppo armata di spranghe. Quella mattina il signor Mike, un bel tipo di un metro e novanta con le spalle di Rocky Balboa, ha bevuto troppe birre e ha la peggio.
All'ospedale con la milza spappolata, le cose sono piacevoli: un letto, le lenzuola pulite, le premure delle infermiere.
La vita sul marciapiede è breve. S'invecchia come i cani, gli otto mesi trascorsi equivalgono a cinque anni di guerra. Certo il signor Mike, ex militare, ha vissuto di peggio sulla propria pelle.
Lo stupore è grande quando riceve la visita del signor Hart con l'offerta di un lavoro presso l'Atelier come capo della sicurezza: la vita ricomincia a pulsare nelle vene.

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La terza B - Mariette maledice i suoi giorni. Il suo matrimonio fallito, il suo senso di nullità e la terza B. Il brutto voto dato a uno studente, Zébranski il capobranco, ha scatenato la subdola vendetta di tutta la classe. Ci sono i caporioni e i seguaci, insieme si spalleggiano per l'obiettivo comune: far fuori l'insegnante. Le domande si fanno assillanti, le provocazioni continue. Ma la terza B non lascia prove dei misfatti. La parola di Mariette contro quella dei suoi studenti. E a loro viene sempre accordato il beneficio del dubbio. Persino la sua psichiatra solleva qualche dubbio: non è che stai esagerando in preda allo stress? Ha mai pensato di iscriversi a un corso di yoga?.
Finchè una mattina, all'ennesima provocazione, Mariette molla un ceffone a Zébranski facendolo ruzzolare giù per la scalinata di fronte a tutta la scuola. La diagnosi è sotto gli occhi di tutti: esaurimento nervoso, burnout. Il marito si precipita a scuola fuori di sè: è un politico importante in corsa per le elezioni. Che le è saltato in testa a sua moglie, rovinargli la reputazione?
Mariette viene ricoverata in un centro di salute mentale. È contrariata, poi sollevata: finalmente un po' di tempo da dedicare soltanto a se stessa. Dieci giorni in clinica le sono insufficienti, non si sente pronta ad affrontare il disprezzo del marito, l'indifferenza dei figli, l'angoscia quotidiana. Anche per lei, inaspettatamente, le viene offerto un posto all'Atelier.

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Le persone sole muoiono prima - Millie, il signor Mike e Mariette sono i prescelti di una miracolosa opportunità: la garanzia di rinascita. Una volta entrati a far parte dell'Atelier, infatti, non c'è più motivo di preccuparsi per il futuro. L'avvenire è assicurato. Jean Hart non abbandona mai nessuno. Tuttavia, ogni cosa ha il suo prezzo. Figuriamoci, i miracoli.
L'Atelier dei miracoli di Valérie Tong Cuong solleva il polverone annidato sotto le relazioni sociali quotidiane: le fughe in avanti debilitano l'autostima, i silenzi murano cuori.
Anche impegnandoci, la sorte può rivelare insospettabili inganni. L'importante è continuare a viversela con un contratto di mutuo soccorso. Lo rivela Jean a Zelda: «Del resto, abbiamo tutti bisogno di un cerchio anche ristretto, è umano. Lo sa che le persone sole muoiono prima? Muoiono perchè non hanno scambi con nessuno. Muoiono a furia di non dire niente. Non chiedono nulla e non ottengono nulla, e quindi muoiono, non c'è niente da fare».

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