Recensione film La stanza delle meraviglie, dal libro di Brian Selznick

Cinema / News - 13 June 2018 08:00

Diretto da Todd Haynes, con Julianne Moore tra i protagonisti: in sala dal 14 giugno.

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La stanza delle meraviglie è il nuovo film diretto da Todd Haynes, già selezionato a Cannes. È tratto dal racconto illustrato di Brian Selznick, noto per aver ispirato Hugo Cabret di Martin Scorsese. Nel caso di Wonderstruck, titolo originale dell'opera, è lo stesso illustratore statunitense a curare la sceneggiatura del film.

La stanza delle meraviglie

La stanza delle meraviglie è un appassionante omaggio alla storia del cinema e alla città di New York. Nel 1927, Rose (Millicent Simmonds) è una dodicenne che vive in una piccola cittadina del New Jersey. Ha un talento innato, ma vive braccata nella lussuosa residenza, sotto lo sguardo severo dell'insegnante. La bambina è sordomuta dalla nascita. Completamente isolata, chiede aiuto con una barchetta di carta che affida all'Hudson. Il padre, si suppone un ricco uomo di affari, è costantemente assente per lavoro. Rose ama il cinema e vede tutti i film con protagonista la star del muto del momento, Lillian Mayhew (Julianne Moore). Per andare al cinematografo, trascura le lezioni, suscitando l'ira del tutor a cui è affidata. Intanto, si preannuncia trionfale l'era del sonoro. A Rose manca sua madre, decide di raggiungerla a New York, scappando di casa.
Ferita nei sentimenti, si dirigerà al Museo di Storia naturale, dove lavora il fratello Walter (Cory Michael).


Cinquant'anni dopo, al Museo giungerà un altro dodicenne, impaurito e in cerca di una famiglia. Ben (Oakes Fegley) ha appena perso la madre (Michelle Williams). Non ha mai saputo chi fosse suo padre. Vive con i parenti in una comunità sul lago di Gunflint, nel Minnesota. Ha un incubo significativo, in realtà un'epifania, lungo il quale finirà per scoprire le proprie origini. C'entrano le stelle e una stanza tanto misteriosa, quanto leggendaria. Rimasto sordo a causa di un incidente, anche Ben decide di scappare e raggiungere New York: in cerca di suo padre, di cui scopre traccia in un segnalibro di un prezioso "opuscolo" d'altri tempi.

La storia di Rose e quella di Ben sono raccontate parallelamente, con un preciso senso di spazio e tempo, perfettamente a incastro. L'una è ambientata in uno nostalgico vissuto muto, in bianco e nero, l'altra nelle strade, chiassose e colorate, pronte ad accogliere il Black Power.

La stanza delle meraviglie è un viaggio terribilmente emozionante. I protagonisti avrebbero tutte le ragioni di non sentirsi tali. Ma hanno dalla loro parte, il tifo (e la benedizione) della città che non dorme mai.


© Riproduzione riservata


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