Il Libro Lo Pubblico Da Solo. Troppo Domani

Comics / News - 23 April 2009 18:46

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È l'ora dei romanzi pubblicati senza editing, senza il filtro delle case editrici e puri come uno starnuto nell'aria.

La raccolta di racconti di Andrea Virili, Troppo domani ci trasporta in una dimensione parallela alla nostra, pregna di fantasia che sorbisce la tetra vita quotidiana, raccontata con estrema crudeltà e attaccamento alla materia.

 
Basti pensare al racconto Ignazio e Mirella, dove il protagonista nella solitudine della sua sessualità si sfoga con una bambola gonfiabile che accudisce come una donna, tanto da farla sedere a tavola: quando Ignazio abborda una prostituta polacca e la porta a casa, lei scopre la nevrosi dell'uomo e fugge spaventata. Ignazio rimarrà con la sua bambola, non prima di aver manomesso i freni dell'auto della prostituta. Ignazio si perde in questo racconto, che per la mescolanza tra assunto neorealista e descrizioni buzzantiane si avvicina ai narrazioni delle neo-avanguardie.

In Fughetta una serie di assassini avvengono tutti nell'ambito degli appassionati di musica: "L'uomo che ama Bach (...) non si alza in piedi nemmeno quando vibra il colpo, un attimo prima che la ragazza fanatica per Vivaldi gli si getti affianco". L'esilità narrativa è resa composita dalla novità linguistica e descrittiva, rara nei romanzi di esordienti asciugati dall'editing.

Infine il migliore dei racconti, Siamo solo noi. Carlo, banchiere 34 enne, vive da solo, è timido e vagheggia una storia con una donna, salvo poi scoprire che è un'ex cocainomane. Resterà immobile nella sua ritrosia, preoccupato della salute della mamma un poco malata, dall'apatia dell'amico Paolo che aspira al divorzio, sollevato dal caffè che ogni pomeriggio torna a sorseggiare dai genitori.

Alcuni racconti sono troppo brevi per essere ammessi in un quadro così composito e di vaste aspirazioni, che avrebbe bisogno di altrettante storie viscerali. Ma dopo la lettura di Troppo domani ci fa piacere restare imbrigliati in questo senso di indolenza, che appartiene ad ognuno di noi - quando la mamma "ha smesso di lavarmi le mutande" - che non abbiamo il coraggio di divulgare. "Si tocca, si scava nelle pieghe del corpo, nei buchi e in quello più profondo di tutti, quello i fondo agli nocchi". Forse è il momento che la narrativa torni all'istantaneità, un realismo hopperiano che proprio perché dilata la quotidianità e la mostra sconcertante come non mai, è più surreale.

Uno sprofondamento  che è possibile solo senza un lavoro di editing, che il buon senso della case editrici (ormai assediate dal book on demand) recide per paura di spaventare il lettore apatico. Infatti Troppo domani non si trova in libreria, solo su Lulu.com.

Andrea Virili, Troppo domani, www.Lulu.com/andravirili

 

 

 

 

 

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