Alzheimer: Così Si Vince

Daily / News - 11 March 2009 10:37

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La demenza potrebbe essere una forma di diabete, e per prevenirla basta un corretto stile di vita: mangiare sano e fare moto.

 

Il morbo di Alzheimer e\' una demenza degenerativa che colpisce dopo i 60 anni, anche se in rari casi puo\' Manifestarsi prima. Fu diagnosticato per la prima volta da Alois Alzheimer, psichiatra tedesco che lo chiamò \"demenza senile\" e, solo dopo i colleghi diedero alla malattia il suo nome. E\' in aumento come il diabete-2, con il quale ha molti tratti in comune. Il primo studio che segnalo\' una correlazione fra Alzheimer e diabete fu condotto nel 1997 dalla Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota. Seguendo circa 1500 pazienti diabetici per 7 anni, i ricercatori si accorsero che in quella popolazione il rischio di sviluppare la demenza senile era doppio rispetto a quello dei coetanei non diabetici. I risultati di questo studio furono confermati due anni dopo da un\'altra ricerca condotta dall\'Universita\' di Utrecht, nei Paesi Bassi, e poi da uno studio reso noto nel 2003 da Zoe Arvanitakis della Rush University di Chicago su 950 religiosi (preti, suore e monaci). Anche in quel caso i diabetici avevano un rischio doppio di ammalarsi.
Ma cosa c\'entra il diabete-2, malattia legata all\'insensibilità progressiva delle cellule di muscoli e fegato all\'insulina, con l\'Alzheimer, malattia caratterizzata dalla progressiva perdita della memoria, del volume e del peso del cervello per la formazione progressiva di placche di una proteina, la beta amiloide? Lo ha scoperto, nel 2005, Suzanne de la Monte, neuropatologa al Rhode Island Hospital (USA), che comincio\' a chiamare l\'Alzheimer diabete-3, convinta che si trattasse di un diabete del cervello. Aveva infatti scoperto che l\'insulina non viene prodotta solo dalle cellule di Langerhans del pancreas, ma anche nel cervello, e studiando quello di pazienti deceduti per Alzheimer aveva rilevato che avevano meno insulina dei cervelli sani, e che l\'insulina e i suoi recettori calano drasticamente già durante i primi stadi dell\'Alzheimer per poi diminuire progressivamente man mano che la malattia peggiora. Nessuno pero\' riusciva a collegare l\'insulina con le placche di amiloide. L\'insulina, e\' vero, gioca anche un ruolo importante nella memoria e nella cognizione. Si sa che se la quantità di insulina aumenta per brevi periodi, sono potenziate anche le abilita\' mentali. Ma Suzanne Craft, della Washington University a Seattle, ha suggerito che, se i livelli di insulina sono cronicamente elevati (IPERINSULINEMIA), causano l\'accumulo di BETA AMILOIDE, responsabile della demenza. L\'insulina infatti viene degradata da un ENZIMA, l\'INSULISINA, che ha il compito di degradare anche la beta amiloide, liberando il cervello di entrambe queste sostanze. Ma se l\'insulina e\' troppa, l\'insulisina non riesce a occuparsi anche della BETA AMILOIDE, cosi\' questa si accumula e forma le placche che danneggiano le cellule cerebrali. Quindi l\'aumento dell\'insulina, che ha anche un potere infiammatorio, e\' correlata a un aumento della BETA AMILOIDE e quindi anche del rischio di demenza. Secondo uno studio condotto da ricercatori della Northwestern University (USA) e dell\'Universita\' di Rio de Janeiro (Brasile) e pubblicato su \"Pnas\" sembra che il Morbo di Alzheimer sia collegato strettamente al diabete-2, tanto che trattando i malati di Alzheimer con l\'insulina si possono ottenere inattesi benefici neurologici. Le cellule cerebrali cruciali per la memoria godrebbero infatti di un effetto protettivo da parte dell\'ormone. Nell\'ambito della ricerca si sono indagati gli effetti dell\'insulina sulle proteine ADDL che si accumulano nel cervello dei malati di Alzheimer e causano il danno all\'origine della demenza. Estraendo alcuni neuroni dall\'ippocampo (un\'area del cervello fondamentale per la formazione dei ricordi) di alcuni pazienti e trattandoli con insulina e rosiglitazone, un farmaco dato ai diabetici di tipo-2 per aumentare l\'effetto dell\'ormone sulle cellule, i ricercatori hanno visto una diminuzione della sensibilita\' cellulare al danno dovuto alle ADDL. Quindi l\'Alzheimer sarebbe una sorta di diabete del cervello, una scoperta che secondo William Klein della Northwestern University, potrebbe \"aprire nuove strade\" al trattamento di questa demenza. Per ora non ci sono farmaci contro l\'Alzheimer. L\'unica arma e\' la prevenzione, la stessa efficace contro il diabete-2, ma anche contro le patologie cardiovascolari: molta attivita\' fisica proporzionata all\'età e una dieta sana, con pochi zuccheri a rapida assimilazione.

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