Nagisa Oshima, il cinema indicibile perde il suo regista

Cinema / News - 16 January 2013 10:14

Nagisa Oshima fu regista di "Violence at Noon", “Ecco l’impero dei sensi”

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Nagisa Oshima, il regista giapponese scomparso ieri all’età di ottantuno anni per molti era un artista iconoclasta. I confine tra narrazione ed erotismo era presente dai suoi primi film, fino al 1976 quando esplose con "Ecco l'impero dei sensi", pellicola la cui proiezione fu vietata al New York Film Festival, definendolo osceno: la decisione fu annullata un mese più tardi da un giudice federale. Il film racconta del legame tra la giovane cameriera Abe Sada e Kichi, proprietario della pensione presso cui lavora: dopo l’iniziale attrazione solo l’erotismo conta nel loro rapporto, in maniera compulsiva, fino alla fatale trasgressione finale.
Oshima dopo la laurea in legge fu assistente alla regia: girò "Il quartiere dell'amore e della speranza" (1959), melodramma adolescenziale, e "Racconto crudele della giovinezza" (1960), descrizione di adolescenti in difficoltà; "Notte e nebbia del Giappone" (1960) a sfondo politico analizza le lotte intestine tra un gruppo di studenti radicali; "Violence at Noon" racconta di uno stupratore seriale e due  donne che lo proteggono, "Il bambino" (1969) è la vicenda di una famiglia il cui figlio è costretta subire falsi incidenti stradali per praticare poi l’estorsione; “L’impiccagione" (1968) s’incentra su un uomo coreano condannato a morte per stupro e omicidio. Furyo del 1983 - dal romanzo The Seed and the Sower (1963) di Laurens van der Post - vede uno scrittore raccontare la sua esperienza come prigioniero di guerra durante la seconda guerra mondiale, con Tom Conti, David Bowie e Takeshi Kitano.
Testimoniando in un tribunale giapponese per "Ecco l'impero dei sensi", Oshima si difese dicendo che "Nulla di ciò che si esprime è osceno. È osceno ciò che è nascosto”.

Leggi l'intervista di Mauxa a Takeshi Kitano.

© Riproduzione riservata




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