Recensione Welcome Home: la città come luogo dell'intimità
Welcome Home è il film diretto da Tom Heene, proiettato alla 69° mostra del cinema di Venezia nella sezione Settimana della Critica.

Welcome Home, diretto dal regista Tom Heene, pone a confronto l'intimità della città con quella della relazione di coppia, soffermandosi inoltre sul rapporto tra la memoria degli individui e le modificazioni che nel tempo subiscono i luoghi.
La trama è ambientata nella città di Bruxelles, sede del Parlamento Europeo e dal paesaggio in continuo mutamento. Lila (Manah De Pauw) è una giovane donna che dopo aver abbandonato il proprio ragazzo senza fornirgli alcuna spiegazione, torna in città. La sorpresa dell'uomo si unisce alla sua gelosia, covata per mesi, dovuta anche al comportamento reticente della sua compagna.
Welcome Home tratta alcuni temi che possono scolvolgere la vita di ognuno. Come l'abbandono del partner per ritrovare la propria identità, salvo tornare indietro quando sono state sciolte le incertezze sul proprio futuro ed affrontare così la propria consapevolezza e l'altrui indecisione. Abbandono che è lo strumento utiizzato dalla protagonista per trovare la propria dimensione ed indipendenza mentre il tradimento viene trattato come esperienza che occorre a Lila per affrontare e risolvere i propri dubbi relazionali, riscontrati anche dalla difficoltà di comuncazione e d'essere compresa dal suo compagno. Welcome Home definisce anche l'indifferenza dei comportamenti altrui come una problematica sociale che spesso inghiotte eventi che sconvolgono la quotidianità. Ciò che accade ad uno dei protagonisti che sconvolto dalle conseguenze di un incidente, rituffa quella situazione e si rituffa nel momento che stava vivendo.
Il film proiettato alla 69° mostra del cinema di Venezia nella sezione Settimana della Critica, esprime il rapporto intimo tra una coppia nel confronto con l'intimità della città. Una città che muta, si trasforma ed inganna la memoria che non riconosce più i luoghi ormai modificati in nome di una innovazione architettonica che spesso li abbruttisce. Così come il rapporti di coppia che muta, si evolve oppure vive una involuzione, fino ad estinguersi con eventi anche drammatici.
Welcome Home presenta una regia documentaristica e fotografica che definisce i luoghi maggiormente caratterizzanti la città e né coglie la vita che vi scorre, utilizzando a volte la tecnica della dissolvenza per dividere le scene più rappresentative. La trama si sviluppa lentamente cercando di cogliere alcuni dettaglio urbani ed è caratterizzata da flashback che riavvolgono la storia permettendo allo spettatore di comprenderne il senso.
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