Intervista Tutto molto bello, Ruffini: ad essere se stessi non si sbaglia mai!

Cinema / Intervista - 04 October 2014 15:22

Tutto molto bello, intervista al produttore Maurizio Totti, al regista Paolo Ruffini e al cast composto da Angelo Pintus, Nina Senicar, Frank Matano, Gianluca Fubelli e Chiara Francini: il film sar&ag

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Mauxa intervista Paolo Ruffini, Angelo Pintus, Nina Senicar, Frank Matano, Gianluca Fubelli, Chiara Francini e il produttore Maurizio Totti in occasione dell'anteprima di Tutto molto bello. Il film, diretto dallo stesso Ruffini, prodotto dalla Colorado Film in collaborazione con Medusa Film, uscirà nelle sale il 9 ottobre. Ruffini e Matano si ritrovano sul grande schermo dopo il successo di Fuga di cervelli, in una commedia esilarante con non pochi spunti di riflessione sull'attualità.

D. Com’è nata l’idea del film?
R. Maurizio Totti: L’idea del film l’ho avuta io. Con Paolo Ruffini abbiamo pensato di fare, dopo Fuga di Cervelli, una pellicola che non fosse la solita commedia italiana. Quelle che più ci colpiscono sono americane, come per esempio Una Notte da Leoni. Tutti questi film partono da una situazione limite; così anche il nostro film parte con l’imminente nascita di due bambini, e la vicenda poi si snoda facendo vivere ai protagonisti una notte davvero stravagante. 

D. Cos’hai pensato la prima volta che hai visto il soggetto?
R. Paolo Ruffini: La prima volta che ho avuto sotto mano il progetto è stato per valutare la proposta di fare l’attore, in particolare di interpretare Eros, che per me è una parte meravigliosa, da vero comico. Da lì il soggetto è rimasto per un po’ nel cassetto, ha avuto diversi padri, è stato scritto e riscritto, e lo scorso anno abbiamo deciso di riprenderlo e di creare qualcosa di convincente insieme a Guido Chiesa (sceneggiatore e produttore delegato ndr), cercando di sistemarlo e attualizzarlo. Inoltre per me questo è un film molto importante, perché una commedia così positiva e felice non la vedevo da quando ero piccolo e guardavo Bud Spencer e Terrence Hill o I Goonies. 

D. Quindi l’obiettivo del film è quello di far divertire e star bene.
R. Ruffini: L’obiettivo è rendere felici le persone. Frank (Matano ndr) durante una scena mi dice “Non aver paura di essere felice”. Siamo in un momento storico in cui se qualcuno ti chiede “Sei felice?” e tu rispondi “Sì”, inizi a destare dei sospetti. Va molto più di moda lamentarsi, criticare, scrivere sui social il proprio disappunto, proprio come fa il mio personaggio nel film. Il percorso di formazione che compie è proprio quello di capire che la felicità è possibile, anche grazie all’aiuto di Antonio (Frank Matano ndr). Il nostro film, già dal titolo, vuole essere una dichiarazione di intenti.

D. Che tipo di target ti aspetti?
R. Ruffini: Il nostro film probabilmente piacerà ad una fascia di età molto bassa, ma per me fare un film per ragazzi non è un problema, anzi è un vanto. Anche Fuga di Cervelli aveva un target molto ben definito, che si è confermato nelle sale. Se si riproponesse la medesima cosa con Tutto molto bello, sarei contentissimo.
R. Angelo Pintus: Personalmente sarei felice se riuscissimo ad accontentare la parte di pubblico che nessuno ascolta, i ragazzi. Per un bambino non c’è più niente in televisione, ecco perché si affeziona ai personaggi di Colorado. E ancora meglio se questi ragazzi, grazie a ciò che facciamo, vengono vederci a teatro o al cinema.

D. Siete arrivati a più di 5 milioni di incasso con il primo film, a cosa puntate con questo?
R. Totti: Io non sopporto i tatuaggi, ma Paolo Ruffini mi ha fatto scommettere che se superiamo del 30% l’incasso di Fuga di cervelli, io mi farò un tatuaggio sul braccio.

D. Sarà un film che piacerà alle donne?
R. Nina Senicar: Per me assolutamente sì. È una commedia a tratti molto romantica e dolce. Parla inoltre della famiglia, della felicità. Il mio personaggio è molto forte, si oppone a coloro che pensano sia una poco di buono solo perché è bella. Invece è una traduttrice, una donna colta, che combatte contro i luoghi comuni: una rivincita per le donne.

D. Come vi siete trovati sul set?
R. Ruffini: Occupandomi della regia la cosa più bella e lusinghiera è sicuramente aver la possibilità di scegliere i propri compagni di viaggio. Ho lavorato con amici e con i comici che più mi fanno ridere. L’aria che si respira sul set è quella che si percepisce anche sullo schermo, e quando fai una commedia è fondamentale stare bene e lavorare bene. L’unica che non conoscevo era Nina, che è stata una scoperta meravigliosa e fa parte ormai della nostra grande famiglia.
R. Pintus: Stare insieme agli amici è stato fantastico. Per me poi è stata la prima esperienza davanti alla macchina da presa, quindi questo mi ha aiutato molto. Molte persone si prendono troppo sul serio facendo il mestiere di comico: non è un lavoro, è ciò che sei. Così quindi è stato tutto molto… semplice.
R. Gianluca Fubelli (Scintilla): Si tende a far bene per soddisfare se stessi e per accontentare Paolo, che è un amico e crede in te. Con un contesto simile ci tieni doppiamente a fare bene lo cose.
R. Frank Matano: Per me la fiducia di Paolo è fondamentale, non avendo mai studiato recitazione. Infatti mi concede libertà totale di improvvisare; e poi ride sempre sul set, mettendoti a tuo agio.
R. Senicar: Stare sul set con loro (indica il cast) è divertentissimo. Inoltre mi ha stupito incredibilmente la tranquillità con cui Paolo riesce a dirigere, dandoti un’energia incredibile.
R. Chiara Francini: Per quel che mi riguarda conosco da molto tempo Paolo, abbiamo praticamente iniziato la carriera insieme. Mi ha la possibilità di interpretare un ruolo fondamentale nello snodo della storia, ma abbastanza diverso dai miei soliti: una ragazza molto sensibile e fragile, colta nel momento più speciale, durante la nascita di suo figlio. 

D. Com’è stato tenere la regia di questo film?
R. Ruffini: Quando ero giovane, quindici/sedici anni, mi divertivo con i miei amici a girare dei film amatoriali. Fare questa pellicola con persone che come me nutrivano la stessa passione, è stato come fare i filmini a scuola, con gli amici. La sincerità è la semplicità di questo film sono frutto anche di questo.

D. Cosa ne pensate dell’eterno dissidio tra critica e pubblico?
R. Totti: È normale che chi guarda film da solo in una sala semivuota, come il critico, abbia una percezione diversa dei film. Il problema è quando si danno dei giudizi personali, spacciandoli come universali. Scrivere “non fa ridere”, quando la gente nelle sale si sbellica dalle risate, risulta un po’ fuori luogo. 
R. Ruffini: Inoltre fare un commento negativo è molto più semplice ed appariscente che dare un giudizio positivo. Siamo in un Paese in cui nessuno dichiara di vedere C’è posta per te, per il quale tra l’altro io piango sempre come un bambino, eppure ha sempre uno share incredibile. O anche per esempio l’ultimo film di Checco Zalone, che io ho trovato incredibile, eppure sono stati tutti pronti a criticare. Questo probabilmente perché i nostri prodotti sono pop, e oggi ciò che è pop è scomodo. 

D. I tempi del cinema sono molto contratti, ciò che in un istante attrae, il momento dopo stanca. State pensando a qualcosa di differente per il futuro o di rimanere su questa formula?
R. Ruffini: La cosa più importante che ho imparato nella vita è che ad essere se stessi non si sbaglia mai. Proprio per questo non ho alcun timore, in questo film ho messo il massimo di spontaneità e sincerità. Inoltre la formula utilizzata è diversa rispetto a Fuga di Cervelli, quindi penso possa attirare tanto pubblico.

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