6 passi nel giallo, intervista a Roberto Zibetti

Tv / Intervista - 20 March 2012 12:35

\"6 passi nel giallo - Omicidio su misura\" per la regia di Lamberto Bava: mercoledì 21 marzo, in prima serata su Canale 5. Mauxa ha intervistato Roberto Zibetti.

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6 passi nel giallo, intervista a Roberto Zibetti - Inaugurata con Presagi e Lamberto Bava lo scorso 22 febbraio, domani in prima serata su Canale 5 va in onda Omicidio su misura (anch\'esso diretto da Lamberto Bava), quinto episodio di 6 passi nel giallo. Girata in inglese a Malta e destinata a un pubblico internazionale, tra le firme di questa serie d\'autore ci sono anche quelle di Edoardo Margheriti e Roy Bava: un omaggio al thriller-horror italiano prodotto tra gli anni 60 e 80, amato senza riserve da Quentin Tarantino. Tra i protagonisti, Roberto Zibetti che interpreta il ruolo del \"villain\" in due episodi del ciclo, Presagi e Gemelle diretto da Roy Bava.

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Classe 1971, l\'attore nasce negli Stati Uniti, ma cresce a Torino. Al cinema ha lavorato, tra l\'altro, in Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci (1996), Cronaca di un amore violato di Giacomo Battiato (1996), Radiofreccia di Luciano Ligabue (1998), I cento passi di Marco Tullio Giordana (2000), Non ho sonno di Dario Argento (2001). In televisione lo abbiamo visto in molte fiction come Trenta righe per un delitto (Lodovico Gasparini, 1998), Cronaca nera (Gianluigi Calderone e Ugo Fabrizio Giordani, 1998), Distretto di Polizia 2 (Antonello Grimaldi e Monica Vullo 2001), Incantesimo 6 (Alessandro Cane e Tomaso Sherman, 2003), Le stagioni del cuore (Antonello Grimaldi, 2004), Attacco allo stato (Michele Soavi, 2006), La squadra 8 (registi vari, 2007), Don Matteo 7 (Giulio Base, 2007), Il Commissario Manara 2 (Luca Ribuoli, 2010), Ho sposato uno sbirro 2 (Andrea Barzini, 2010).
Attore prolifico anche a teatro - debutta nel 1990 con Gli ultimi giorni dell\'umanità diretto da Luca Ronconi - dove, parallelamente, l\'artista si confronta da regista: ricordiamo, Il giovane Holden (co-diretto con Paolo Rota, 2000), Atto ludico (pièce tratta da tre brevi commedie di Natalia Ginzburg, 2007), Una donna spezzata (dall\'opera letteraria di Simone De Beauvoir, 2008).
Prossimamente, vedremo Roberto Zibetti in Cinque notti di luna piena - un ciclo di cinque cortometraggi horror per la regia di Nicolaj Pennestri in cui l\'attore sarà co-protagonista in un episodio accanto a Kasja Smutniak - Ex Inferis di Leonardo Arano (presto in uscita negli Stati Uniti e in Canada) e al cinema in Notte finisce con Gallo, opera prima di Michele Pellegrino.

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Gli esordi
Ho debuttato come attore professionista in teatro a 19 anni ne \"Gli ultimi giorni dell\'umanità\" di Luca Ronconi. Poi per anni non mi sono mai fermato, Strehler, Gruber, Castri. E d\'estate il cinema, Battiato, Bertolucci, Ligabue. La prima volta che sono andato a Cannes con \"Io Ballo da Sola\", mi rubarono lo smoking alla stazione di Nizza. Per fortuna dopo la cerimonia.

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\"6 passi nel giallo – Presagi\": l\'atmosfera sul set? Un aneddoto?
Atmosfera molto familiare, clima di grande concentrazione. Ricordo che un giorno sul porto della Valletta c\'era una delle sorelle di Michael Jackson. Non Janet ma l\'altra, non ricordo come si chiama. Ma creo\' una certa fibrillazione.

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Si parla spesso della necessità di \"svecchiare\" la fiction italiana, ma a conti fatti, sembra godere di ottima salute: un\'esigenza avvertita (solo) dagli \"addetti ai lavori\"?
I miglioramenti vanno costantemente pensati dentro un\'azienda, specialmente quando l\'azienda sembra funzionare bene. E\' lo stesso concetto di manutenzione continua delle macchine da corsa o delle barche.

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\"Notte finisce con Gallo\" di Matteo Pellegrini
Interpreto finalmente un ruolo comico, un attore di soap opera che si prende molto sul serio. Sul set e\' la seconda volta che ho una storia d\'amore, qui piuttosto agitata, con Chiara Salerno. La prima fu sul set de \"La Squadra\".

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Il box office premia la commedia italiana, ma - tranne poche eccezioni - non il resto dell\'offerta made in Italy. Guardiamo il bicchiere: mezzo pieno o mezzo vuoto?
Mah, credo che sia più prudente pensare al bicchiere come mezzo vuoto, non per pessimismo, al contrario, ma perché il lavoro da fare è molto per riportare il nostro cinema alla gran qualità di cui è stato capace nei tempi passati.

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