Terrorismo e videogiochi, tra realtà e finzione

Games / Approfondimenti - 18 April 2017 14:00

Il terrorismo e i videogiochi, un lungo percorso narrativo fatto di produzioni profonde e che hanno avvicinato il medium videoludico alle opere letterarie. Le trame intessute da Tom Clancy e i risvolt

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Terrorismo e videogiochi, una tematica spesso connessa negli attuali giochi di guerra e spionaggio, con produzioni paragonabili ai moderni prodotti di letteratura, che hanno esplorato e anticipato diversi intrecci narrativi. La collaborazione di un scrittore dalla fama internazionale come Tom Clancy, nei videogiochi Ubisoft, ha permesso lo sviluppo di scenari e trame fortemente incentrate sulla lotta al terrorismo, con organizzazioni e infiltrazioni in territorio americano. Le svariate serie della software house francese, da Rainbow Six a Ghost Recon, passando per Splinter Cell, hanno trasportato la guerra al terrorismo all’interno dei confini nazionali, una soluzione seguita anche da pellicole recenti, come il film con protagonista Mark Wahlberg, Boston: caccia all’uomo, che ripercorre gli eventi legati alla maratona del 15 aprile 2013, un evento tragico che aprì una spietata ricerca degli attentatori.

La stessa Activision, passata dalla seconda guerra mondiale a scenari moderni e poi futuristici, si è gettata con prepotenza nel mondo del terrore, con episodi indimenticabili e che puntavano decisamente sulla componente narrativa. La trilogia di Modern Warfare è stata un esempio di teatralità e in termini di storia, con missioni ed episodi memorabili. Sulla stessa linea vi sono anche titoli dal carattere fantascientifico, come la serie Mass Effect, che ha cavalcato le recenti politiche xenofobe e di estrema destra e le ha traslate in un’ottica universale. 



Nelle recenti produzioni videoludiche di guerra legate al terrorismo grande spazio è stato rivestito dalle produzioni che portavano nel titolo il nome di Tom Clancy, grazie ai primi due Rainbow Six: Vegas, capaci di creare un quadro credibile e realistico di attacchi terroristici in territorio americano. Gli attentati nei punti chiave della città del Nevada, perfettamente riprodotta all’epoca con palazzi e luoghi caratteristici, devono essere evitati dal Team Rainbow, in un gioco fortemente realistico e dalle dinamiche di gameplay tattiche e ragionate. Lo stesso approccio, poi perso nel tempo, appartiene a Ghost Recon Advanced Warfighter, dove le Forze Speciali statunitensi sono impegnate a recuperare un dispositivo di spionaggio caduto in mano ai terroristi. Nella campagna per giocatore singolo, che al tempo era estremamente curata in casa Ubisoft, si intrecciano vicende politiche e sociali, tra colpi di stato e problemi legati all’immigrazione. Rimanendo in casa Ubisoft non si può ignorare l’esordio, ormai lontano, di Splinter Cell, serie di romanzi e videogiochi scritti sempre da Tom Clancy. L’eroe Sam Fisher, doppiato in Italia da Luca Ward, è un agente della divisione Third Echelon dell’NSA, che opera per la sicurezza internazionale, seguendo e sventando casi di terrorismo, armi chimiche e virus informatici, in maniera silenziosa.



La saga di Call of Duty ha espresso, negli anni, differenti concetti di terrorismo, con la trilogia di Modern Warfare capace di creare un intreccio di attentati, tradimenti e scenari da pellicola hollywoodiana. L’ambientazione moderna si unisce alla guerra contro una coalizione formata da ultra nazionalisti russi e terroristi islamici. La piega degli eventi, nei due seguiti, ci porta attraverso situazioni e missioni iconiche, nonché premonitrici di eventi reali, come l’attentato avvenuto all’aeroporto di Mosca. L’idea di terrorismo cambia nelle ultime produzioni Activision, con Advanced Warfare che esplora e denuncia la politica estera degli Stati Uniti, con organizzazioni dal dubbio connotato umanitario e che nascondono, in realtà, ben altri intenti. L’ultimo arrivato, Infinite Warfare, proietta invece la lotta a fazioni terroristiche fuori dal pianeta Terra, in un futuro decisamente remoto.



Mass Effect tratta il terrorismo in maniera diversa dalle altre produzioni e lo fa unendo tematiche sociali e politiche odierne, con organizzazioni nazionaliste e xenofobe come punto di riferimento. L’attenzione e la profondità della serie di Bioware esulano dal banale stereotipo, proiettando un problema attuale su dimensioni universali, con una scala di chiaroscuri per quanto riguarda idee e scelte morali. L’organizzazione Cerberus difende gli interessi degli umani, che si trovano nella galassia a dover collaborare e scendere a compromessi con le altre razze, all’interno del Consiglio della Cittadella. Cerberus, tuttavia, opera attraverso atti di terrorismo, per garantire agli umani la superiorità galattica e assicurare alla specie un primato verso le altre popolazioni, considerate pericolose e nemiche dell’umanità.

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