Recensione film Il mondo dietro di te

Cinema / Recensione - 03 December 2023 12:30

Dall’otto dicembre su Netflix un thriller apocalittico con Julia Roberts, Mahershala Ali e Ethan Hawke

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Il cinema statunitense è pieno di lungometraggi catastrofici più o meno spettacolari, ma Il mondo dietro di te, basato sull’omonimo romanzo di Rumaan Alam, affronta questo argomento sotto una diversa prospettiva, lontana da quella dei soliti disaster movie. Non si sa bene chi sia il nemico, ma gli effetti non sono per questo meno percepibili e catastrofici; non ci troviamo di fronte ad un’opera corale, ma ad una storia incentrata sui componenti di due nuclei familiari, le cui vicende personali predominano sulla descrizione degli eventi. Inoltre, il film affronta il problema del razzismo, un pregiudizio che condiziona i pensieri e comportamenti dei protagonisti dell’opera e che in questo caso si intreccia con un sottile pregiudizio di classe.


Mostra Torino - L'Apocalisse - immagini

Trama di: Il mondo dietro di te

New York è una città splendida ma stressante e Amanda (Julia Roberts) ha deciso di prendersi un periodo di riposo, un fine settimana da trascorrere - con suo marito Clay (Ethan Hawke) e con i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie) - in un lussuoso Airbnb che si trova a Long Island non troppo lontano dalla metropoli.

I ragazzi sono inizialmente restii a lasciare casa perché temono che la località isolata non gli consenta di mantenere i contatti con loro amici e in particolare nel caso di Rose di vedere l’ultima puntata della serie Friends, una vera e propria passione-ossessione per la tredicenne, nata dopo la fine della celebre sitcom.

Per fortuna il posto, circondato da boschi rigogliosi, è splendido e la piscina della villa cattura le loro attenzioni, riducendo la loro dipendenza da telefonini e apparati tecnologici in genere. Insomma, tutto sembra andare per il meglio se non fosse che una petroliera si arena sulla vicina spiaggia, seminando lo scompiglio tra i presenti che mai avrebbero immaginato di dover assistere a un naufragio, seguito di lì a poco da un blackout di tutti i media e della rete telefonica. Villeggianti e residenti si trovano improvvisamente isolati, senza avere gli strumenti necessari per capire che cosa stia succedendo.   

Come non bastasse, la notte seguente alla porta della villa si presenta il proprietario dell’abitazione, G.H Scott (Oscar Mahershala Ali) e sua figlia Ruth (Myha’la). Hanno lasciato in modo piuttosto avventuroso New York, sconvolta da un attacco informatico e cercano ospitalità nella casa che sostengono essere la loro.


Le due famiglie dovranno superare i rispettivi pregiudizi ed unire le loro forze per affrontare insieme un disastro incombente sempre più spaventoso: forse è iniziata una guerra e gli Stati Uniti, forse il mondo intero, stanno per collassare. E Danny (Kevin Bacon), un survival dal carattere rude gli fornirà una sua personale ma possibile interpretazione di quanto stia avvenendo.  

I molti punti di forza di Il mondo dietro di te

Come già accennato, nell’opera sono ribaltati molti topos dei film catastrofici a cominciare dalla causa scatenante il disastro, forza – naturale oppure umana - non più manifesta ed “estranea” ai protagonisti dell’opera, che la subiscono senza poterla fermare. In questo caso, infatti, il “nemico” - altre nazioni o forze ostili interne al paese - non ha un volto ben definito, non occupa la scena con un ruolo da protagonista, e le sue motivazioni restano semisconosciute. Nel corso del lungometraggio semmai viene evidenziato che la causa scatenante potrebbe risiedere proprio all’interno degli USA: una élite che vuole governare in modo autocratico gli Stati Uniti e, pertanto, ha bisogno di un metodo violento (guerra civile) per riuscirci oppure diverse nazioni ostili, che, stanche dell’ingerenza americana, hanno deciso di unire le loro forze contro un nemico comune. Un ribaltamento prospettico notevole per un paese che ha sempre sostenuto di avere un destino manifesto, la missione di espandersi, diffondendo la loro forma di libertà e democrazia.

Se il “volto” del nemico non è importante ai fini della storia, anche lo spazio destinato ai disastri non è poi così preponderante; le loro conseguenze sono sì devastanti ma la loro efficacia è raccontata attraverso gli effetti che subiscono i protagonisti e le scene sono enfatizzate dalla tecnica di ripresa utilizzata e dalla colonna sonora.

Per accentuare il senso di alienazione mentale che pervade il film in alcune inquadrature la telecamera non si è mossa fino a quando il movimento non aveva davvero bisogno di essere percepito dallo spettatore e quelle riprese sono state poi accostate a sequenze rapidissime come la fuga di G.H. da un aereo che sta precipitando. In altri casi il lato sinistro o destro dell’inquadratura è stato fatto oscillare verso il cielo.

La contrapposizione delle riprese statiche con quelle vertiginose è stata utilizzata per trasmettere l'esperienza che i personaggi stavano vivendo in una situazione fortemente insolita e stressante.

Una situazione accentuata da un particolare uso dei colori, ora sbiaditi ora saturi, ma mai luminosi o brillanti, che contribuiscono a creare un clima opprimente, reso ancora più angosciante da una singolare colonna sonora creata per comunicare al pubblico una sensazione di mistero e disagio.

Come detto, la storia si basa su pochi personaggi, figure a tutto tondo ciascuna delle quali ha una precisa identità, ben interpretata dagli attori del film.

Amanda Sandford (Julia Roberts) è una dirigente pubblicitaria, appartenente alla classe medio alta bianca newyorkese. Seppure condizionata dal suo status sociale, sarà perfettamente in grado di mettere da parte i suoi pregiudizi nei conforti dei proprietari della villa quando si renderà conto che è l’unico modo per proteggere la sua famiglia.

Clay Sandford (Ethan Hawke) è un professore di scuola dal carattere molto conciliante nei confronti della moglie e dei proprietari della casa dove sono andati in vacanza. Rispetto alla moglie non si opporrà alla loro presenza nella villa, tuttavia, quando la situazione precipiterà si troverà a corto di idee, andrà in confusone e non sarà in grado di guidare la famiglia in un posto sicuro.

G.H. Scott (Oscar Mahershala Ali) è un consulente finanziario di Ney York, appassionato di musica, con un pacchetto di clienti molto importanti, convinto che i blackout potrebbero essere parte di qualcosa di più grande. Il suo arrivo improvviso nella villa provocherà attriti e opposizioni da parte di Amanda e della sua famiglia, ma il suo carattere forte e insieme calmo e le sue idee ragionevoli, tuttavia, gli permetteranno di superare questo ostacolo.

Danny (Kevin Bacon) è un costruttore locale che ha edificato la casa per le vacanze in cui alloggiano i Sandford. Dal carattere duro, survival convinto, è la persona meglio organizzata per affrontare una potenziale crisi, una figura che si rivelerà assai utile in un momento così critico.

Ruth (Myha’la), la figlia di G.H. Scott, ha una personalità vivace, coraggiosa e incredibilmente diretta. È giovane, bella, ricca, ha un diverso utilizzo della tecnologia rispetto agli alti ragazzi ma giudica ancora le persone in base al loro passato, al colore della loro pelle. Il suo ruolo è necessario per ridurre lo spazio tra una scena apocalittica e l’altra e aggiungere un po' di sollievo o speranza in questo thriller.

​Archie (Charlie Evans), fratello di Rose e figlio maggiore di Amanda e Clay, è un ragazzo adolescente che preferisce stare per conto suo. Introverso, incapace di relazionarsi con gli altri, è fissato con i videogiochi che spesso gioca utilizzando delle cuffie; la sua preoccupazione principale è trovare il modo di ripristinare Internet per rimanere in contatto con il mondo tramite il suo telefono.

Rose (Farrah Mackenzie) è la figlia più piccola di Amanda e Clay. Molto giovane, ha degli occhi malinconici, ed è la prima ad accorgersi di cosa stia succedendo, perché mentre guarda le repliche di Friend si verifica un blackout. Personaggio secondario, ma complementare alle esigenze della storia, il suo interesse principale è riuscire a vedere la fatidica ultima puntata della sua serie preferita.

E attraverso gli occhi tristi di Rose si giunge al punto centrale della storia ovvero al rapporto ambivalente che la società occidentale, in particolar modo le nuove generazioni, hanno con internet e i nuovi media. Per un verso strumento di lavoro e informazione che ha modificato la nostra società, per l’altro un’arma di distrazione di massa, fonte di sogni impossibili. In entrambi i casi una parte oramai parte integrante della nostra esistenza, di cui si avverte l’importanza, la sua insostituibilità e l’utilità proprio quando viene meno come succede nel film. 

E a tal riguardo la scena conclusiva del film - che non può essere assolutamente rivelata – nella sua ambiguità ed ambivalenza è quanto di più illuminante possa esserci. 

© Riproduzione riservata




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