Milionari: la recensione di un protagonista della camorra e del suo declino

Cinema / Recensione - 10 February 2016 08:00

Alessandro Piva dirige un film incentrato su un boss della camorra napoletana. Ispirato al libro I Milionari. Ascesa e declino dei signori di Secondigliano, il lungometraggio descrive la psicologia de

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Francesco Scianna interpreta uno dei massimi esponenti della malavita nella città partenopea, uno dei Milionari, film diretto da Alessandro Piva. Accanto al boss, la sua compagna, interpretata da Valentina Lodovini.

Milionari vuole accendere i riflettori sulla camorra napoletana degli anni Settanta, concentrando la propria trama sulla personale storia di potere e ricchezza di un boss, Marcello Cavani, soprannominato Alendelòn. Entrato in un’aspirale di autodistruzione che si ripercuote non solo sulla sua persona, ma anche sulla sua famiglia, il criminale napoletano sarà costretto a prendere dure decisioni per tentare di barcamenarsi come meglio possibile in un ambiente ostile. Quello stesso ambiente che ha regalato gloria e denaro ad un giovane ragazzo, ora può sottrargli ogni bene, abbandonando un misero uomo alle conseguenze delle sue azioni.

Per la stesura della sceneggiatura del lungometraggio, diretto da Alessandro Piva, si è tenuto conto del libro “I Milionari. Ascesa e declino dei signori di Secondigliano”, edito nel 2012. Il regista, avvalendosi dell’esperienza del noto sceneggiatore Massimo Gaudioso in materia di scrittura per il grande schermo, ha tratto spunto da un libro nato dalla collaborazione tra il PM Luigi Cannavale e lo scrittore Giacomo Gensini, co-sceneggiatore della pellicola. Ripercorrendo le guerre intestine in seno al clan di Secondigliano, nel napoletano, Alessandro Piva catalizza la sua attenzione sui protagonisti della vicenda, sugli esseri umani in perenne contrasto tra l’ambizione e la realtà della propria natura. Il perno del film è rappresentato da Marcello Cavani, un boss interpretato da Francesco Scianna, protagonista, tra i tanti, di Baarìa di Giuseppe Tornatore, in perenne conflitto tra ciò che si ritrova ad essere e ciò che aspirava a diventare.

Alessandro Piva segue perennemente il suo protagonista con una macchina da presa chiamata a rincorrerlo, analizzando le sue paure e le sue più intime fragilità, che si nascondono dietro una durezza necessaria e di facciata. Il giovane Alendelòn, che sogna di distinguersi dalla massa, cede il posto ad un più maturo Marcello Cavani, responsabile oramai di sé come della sua compagna Rosaria, Valentina Lodovini, vincitrice del David di Donatello come Miglior attrice non protagonista per Benvenuti al Sud. A tratteggiare gli ambienti napoletani su pellicola è stato scelto il direttore della fotografia Renaud Personnaz il quale, avendo trascorso molti anni nella città partenopea, ha saputo infondere alle inquadrature il giusto realismo che vira prepotentemente su un senso di profonda decadenza vissuta prima dalla città stessa, poi, di conseguenza, dai sui personaggi/abitanti.

Milionari, dunque, vuole essere un lungometraggio ispirato ad un personaggio realmente esistito e tratteggiante le fondamenta di un impero malavitoso che affonda il sud Italia degli anni Settanta, ma non riesce ad emergere per originalità. Nonostante la difficile prova attoriale alla quale sono stati sottoposti i suoi due personaggi principali, Francesco Scianna e Valentina Lodovini, chiamati anche ad imparare le sfumature di un dialetto dai mille volti come quello napoletano, il film non stupisce, ma informa, raccontando una vicenda, cercando di soffermarsi sulla psicologia degli esseri umani coinvolti.

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