Cell: recensione del film apocalittico che rende vani progresso e comunicazione

Cinema / Recensione - 14 July 2016 08:00

Tod Williams, reduce da Paranormal Activity 2, dirige la coppia John Cusack-Samuel L. Jackson per un film dove la tecnologia non è sinonimo di miglioramento, alimentando un virus letale che inn

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John Cusack è il protagonista intorno a cui si erge la storia tratta dal romanzo di Stephen King, pronta a prendere viva forma sul grande schermo, per un film diretto da Tod Williams.

La trama di Cell si snoda in modo semplice, con le classiche direttive imposte dal genere fantascientifico, intriso di venature horror. Il comune cellulare, principale mezzo di comunicazione odierna, diventa luogo entro cui si annida una minaccia mortale: un segnale di cui non si possiedono dettagli è in grado di diffondersi a macchia d’olio grazie alla trasmissione per via telefonica e di inserirsi nelle menti degli esseri umani, finendo per attuare una trasformazione radicale che li conduce a nutrire un desiderio irrefrenabile di annientare il prossimo, chiunque esso sia, o addirittura se stessi. Il disegnatore Clay Riddell (John Cusack), riuscendo casualmente a non venire contagiato dal segnale, dovrà radunare altri superstiti tra cui Tom McCourt (Samuel L. Jackson) e, deciso a ritrovare suo figlio prima che anch’egli cada preda del pericoloso morbo, dovrà tentare di sopravvivere, fronteggiando più di una minaccia che gli si anniderà intorno.

Tod Williams torna ad occuparsi di un thriller-horror, dopo aver diretto Paranormal Activity 2, e lo fa prendendo a prestito un tema caro alla società moderna, ossia la comunicazione. Il virus che inspiegabilmente si impossessa delle menti umane rende nulli gli sforzi comunicativi a cui l’utilizzo del cellulare tende per natura, decretando senza mezzi termini gli effetti altamente nocivi della tecnologia. Quest’ultima dovrebbe essere strumento nella mani dell’uomo per rendere più confortevole ed agevole il vissuto quotidiano, invece Cell mostra come lo strumento sia diventato manipolatore della vita umana, mezzo senza cui l’uomo non riesce più a vivere.

Con un cast che poggia su due perni sacri come John Cusack e Samuel L. Jackson (che vede uscire qui in Italia nella stessa settimana due pellicole che riportano il suo nome, Cell e The Legend of Tarzan), il lungometraggio ad opera di Tod Williams presenta un'altra caratteristica degna di nota: il film è tratto da un romanzo di Stephen King, il quale ha avuto voce in capitolo anche per quanto riguarda la sceneggiatura, che ha scritto insieme ad Adam Alleca.

Cell, dunque, descrive un’apocalisse di stampo tecnologico in cui ha il sopravvento un virus a cui l’uomo stesso ha contribuito a dare forma, un virus figlio degli sforzi compiuti dalla tecnologia per controllare le masse e a cui il virus stesso si ribella, dominando quelle stessi menti che hanno contribuito alla sua creazione, quasi ricalcando l’esempio di un Frankenstein che si rivolta contro il suo stesso padrone. Possedendo chiari riferimenti alla produzione televisiva più recente, basti pensare alla saga The Walking Dead, Cell offre una versione horror fantascientifica dei devastanti effetti della tecnologia, arrivando a porsi una domanda: ha senso il disperato tentativo odierno di spingere a tutti i costi verso il progresso tecnologico?

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