Recensione No quiero dormir sola, la complicità delle solitudini
Film diretto dalla emergente regista Natalia Beristain e proiettato alla 69° Mostra del Cinema di Venezia 2012 nella sezione Settimana della Critica.
No quiero dormir sola propone un incontro generazionale tra due donne, nonna e nipote che sono meno distanti di quanto immaginassero, imparando a conoscersi ed apprezzare le loro differenze.
Amanda (Mariana Gajà) è una giovane ragazza che non riesce a prender sonno se non ha qualcuno. Seduce i ragazzi, al fine di poter riposare altrimenti sarebbe costretta a prendere le pillole per dormire. Una mattina Amanda riceva la telefonata di una vicina di casa di sua nonna Dolores (Adriana Roel) detta Lola, preoccupata perché l'anziana non risponde da qualche giorno. La ragazza raggiunta l'abitazione della nonna paterna e scorge una donna sopraffatta dall'alcool, dalla degradazione e dalla malattia.
La solitudine dovuta anche al disinteresse dei figli e genitori porta Amanda a dover ricoverare la nonna in una casa di cura per artisti. Le due donne passano da una reciproca sopportazione ad una vicinanza sempre più stretta. Dolores è affetta dall'alzheimer e l'alcool è l'unica cosa con la quale riesce a scansare il suo malessere. La nipote smette di giudicarla ed inizia a comprenderne il disagio. Due forme di solitudine a confronto. Quella di Amanda, nipote che usa gli uomini solo per riuscire a dormire senza legarsi a nessuno di loro e sua nonna, una attrice dal passato importante che affoga le sue angosce e nostalgie nell'alcool. Due donne diverse che prenderanno l'una dall'altra in un rapporto che nasce come conflittuale per poi elevarsi allo stato della complicità. emblematica la scena nella quale Amanda ruba dalla casa di cura i sonniferi che poi consegnerà indirettamente a sua nonna. Confronto generazionale tra due donne che hanno problematiche differenti che si specchiano l'una nell'altra riconoscendosi anche se gli anni di differenza sono molti.
Un film sensibile e profondo dalla narrazione lenta ed in grado di far emergere e descrivere gli stati d'animo e le sensazioni dei protagonisti. La sceneggiatura è scorrevole ed essenziale, mai banale: riesce ad indagare l'animo dei protagonisti e e le loro debolezze con profonda leggerezza ed a tratti anche con punte di ironia.
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