Knockemstiff. La Violenza Facile

Daily / News - 04 March 2009 01:15

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"Per me rimarrà sempre un mistero il motivo per cui a certe gente serve l'inchiostro per ricordare da dove viene" (Knockemstiff"- Il buco, p. 159). Un lungo sentiero buio che conduce il lettore verso l'abisso. Questo è "Knockemstiff". Una serie di racconti tutti ambientanti nello stesso desolante paese, altrimenti noto come il Buco, dove i diversi personaggi si intrecciano, a volte si incrociano e il cui denominatore comune è la violenza, la desolazione, la povertà, l'analfabetismo. Pollock è l'erede dei Fratelli Cohen, con una spolverata di Steinbeck.

La violenza è infatti elemento imprescindibile dei suoi racconti come l'assenza di speranza e di dei. Nessun aiuto, nessuno Stato, nessuna giustizia né tantomeno un Dio pronto a consolare o placare gli animi. La fede è bandita: resta solo il cinismo della sopravvivenza.

L'Ohio del Sud di Knockemstiff non è un ambiente rurale sereno e felice, suona più come una condanna a vita: una vita di birra, di cibo in scatola, di sangue rappreso, di alcol e anfetamine e ancora di violenza e mancanza di sole. Sembra sempre notte a Knockemstiff, perché la notte i personaggi se la portano dentro, ovunque vanno. Il Buco appare in tutti i racconti come un centro gravitazionale che lega i personaggi: questi non riescono a spostarsi che di pochi chilometri. L'autore stesso si è allontanato, da Knockemstiff, dove è nato, di qualche decina di miglia appena: ora abita a Chillicothe. Il bello è che quasi tutti nei suoi racconti sembrano voler fuggire: il problema è che in qualche modo, rimangono legati a questo luogo, una sorta di specchio dell'anima. La fuga vera è da se stessi, e quella è un'impresa troppo ardua da compiere.

Donald Ray Pollock è nato e cresciuto poco più di cinquant'anni fa a Knockemstiff, Ohio. Ha lasciato la scuola a sedici anni per lavorare in un macello, per poi passare trentaquattro anni come operaio di una cartiera. I suoi primi scritti sono stati notati nel corso di uno stage universitario al quale aveva partecipato per ottenere una riduzione dell'orario di lavoro. L'autore ha già ricevuto numerosi consensi. Il New York Times ha parlato parlare di voce "fresca, potente, inedita. "

Secondo il Telegraph, Pollock assimila caratteri di "un Ernest Hemingway vissuto sempre nelle foreste e un Raymond Carver sotto anfetamine". "La migliore narrativa da molti anni a questa parte... Donald Ray Pollock scrive pagine anche divertenti su personaggi tristissimi, o viceversa" (Chuck Palahniuk).

Donald Pollock, Knockemstiff, Elliot edizioni, Roma 2009, pp. 216, http://www.elliotedizioni.com 

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