Intervista a Domenico Diele: 'Di padre in figlia' e '1993', racconti di epoche trascorse

Tv / News - 12 April 2017 07:00

Mauxa ha intervistato Domenico Diele, tra i protagonisti della fiction "Di padre in figlia", in onda su Rai 1 dal 18 aprile. L'attore tornerà presto sul piccolo schermo in "1993&

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Abbiamo intervistato l'attore Domenico Diele, nel cast artistico della fiction "Di padre in figlia" in onda su Rai 1 dal 18 aprile 2017.

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D: Da “C’era una volta Studio Uno” a “Di padre in figlia”, cosa si prova a interpretare un personaggio in un contesto storico-sociale diverso rispetto a quello attuale?

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R: Tutte le volte che c’è la possibilità di immergersi in un’epoca differente dal presente sono sempre molto contento perché alla fine tendo a vedere il lavoro che faccio come il dover far di carne ed ossa un personaggio che è scritto su carta e che deve avere delle caratteristiche che siano funzionali al racconto. Non è che devo portare qualcosa di mio, devo rendere vivo un personaggio all'interno di tanti altri personaggi che costituiscono un'allegoria, una favola. L’idea di mettermi in costume, di mascherarmi nel fare questo lavoro è una cosa che mia piace perché sento che mi aiuta. In questo caso attraversa addirittura epoche diverse, i personaggi li vedremo in costumi e quindi vestiti come ci si vestiva negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Il mio personaggio lo conosciamo che ha meno di vent’anni e lo lasciamo che ha più di quaranta.

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D: Che ruolo ha la musica in “Di padre in figlia”?

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R: Le canzoni sono un elemento molto efficace per identificare un’epoca e anche in questa serie è stato fatto un lavoro in questo senso, utilizzando le musiche per evocare allo spettatore in che momento della storia del paese stiamo.

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D: Il tuo personaggio, Filippo Biasolin, è legato a quello di Elena Franza, interpretata da Matilde Gioli. Come si relazionano i due personaggi nel corso del racconto?

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R: Il personaggio di Filippo non sposa Elena per una supposta somiglianza caratteriale ma per puro interesse. Lei è figlia di un giovane imprenditore, rampante, in ascesa e lui è il figlio del sindaco. Si tratta di una cosa combinata che risponde semplicemente al dover soddisfare degli interessi.

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D: In “1993” torni a interpretare Luca Pastore. Quest'ultimo agirà nuovamente a stretto contatto con il personaggio di Antonio Di Pietro, interpretato da Antonio Gerardi?

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R: Continueranno ovviamente a lavorare insieme facendo parte dello stesso gruppo professionale. In 1993 si assisterà a un piccolo scollaggio tra i due percorsi, Di Pietro si concentrerà sugli episodi di corruzione milanesi mentre Pastore si occuperà dell’indagine del filone della sanità e quello invece storicamente ha avuto i suoi sviluppi a Napoli. Le due sottotrame della serie si separeranno in parte, non tantissimo.

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D: Già in "1992" le vicende di Luca Pastore hanno affezionato il pubblico. Ti aspettavi un simile successo per questo personaggio?

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R: Sicuramente è un lavoro che mi ha portato moltissimo, il pubblico ha accolto con affetto e simpatica il personaggio, in maniera anche sorprendente, io non pensavo che avrebbe avuto così tanto consenso. Quando scherziamo con il regista diciamo che il pubblico si è ‘pastorizzato’.

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