Fai bei sogni, incontro con il cast del film diretto da Marco Bellocchio

Cinema / News - 07 November 2016 19:07

Marco Bellocchio è il regista del film "Fai bei sogni": Mauxa ha incontrato il cast del film.

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Mauxa ha partecipato alla conferenza di “Fai bei sogni”, il film di Marco Bellocchio interpretato da Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo, Guido Caprino, Miriam Leone, Nicolò Cabras e Dario Dal Pero.

Il film - in uscita il 10 novembre 2016 - è tratto dall’omonimo romanzo di Massimo Gramellini: racconta dell’infanzia e poi età adulta di Massimo, il qualche dopo la morte della giovane madre vive con il timore della menzogna.

D. Come mai hai deciso di raccontare questa storia?

Marco Bellocchio. L'immagine del funerale per me è stata un punto di partenza. Mi collega come immagine a qualcosa che da bambino ho vissuto. La mia infanzia è passata attraverso vari funerali (sorride): la storia di “Fai bei sogni” parte da un amore non patologico, non nevrotico tra la madre di Massimo e suo figlio. Mi sono immedesimato in quella storia e ho cercato di raccontarla nuovamente. Il fatto di non accettare un dolore insopportabile era un aspetto fondamentale del film. Lo stesso personaggio di Belfagor che torna spesso è il trucco per sopportare l’insopportabile.

D. Come hai interagito con la realizzazione del film?

Massimo Gramellini. Sono sono intervenuto, perché dopo la pubblicazione del libro volevo allontanarmi da questa storia, quindi non ho partecipato alla sceneggiatura. Ho detto a Marco di stravolgere il film. Non volevo esser ingerente. Poi in un film di Bellocchio non volevo entrare, è troppo bravo. Sono stato un giorno sul set ed è stato difficile emotivamente.

D. Per interpretare la madre di Massimo come ti sei preparata?

Barbara Ronchi. Avere il ruolo della madre di Massimo era complicato. È un bellissimo personaggio, e mi ricordo il dialogo sul divano che feci con Gramellini per definire il ruolo della madre: da lì nasce la figura di questa donna. Il personaggio di Massimo da piccolo e adolescente è interpretato da Nicolò Cabras e Dario Delpero. Io ho lavorato proprio con Nicolé: sei bravissimo. Il rapporto lo abbiamo costruito insieme.

D. Come è stato interpretare Massimo?

Valerio Mastandrea. Il tema che Massimo vive a affronta era interessante sia dal punto di vista psicologico che attoriale. Mi ha anche segnato, con un procedimento che da tempo considero quello vicino a me, ovvero l’interferenza che i personaggi hanno sull’attore. Per anni a chi mi chiedeva come i personaggi interpretati influissero sulla mia vita, rispondevo che una volta finito il film la porta era chiusa. Il nostro lavoro invece è collegato con il personaggio: mi sono arreso al fatto che il ruolo interpretato torna anche nella vita privata.

D. Questo travaso si è ottenuto anche nel processo di scrittura?

Edoardo Albinati. Io e la sceneggiatrice Vania Santella abbiamo pescato nelle risorse delle nostre faccende autobiografiche. Se non gravi come quella vissuta da Massimo, tutti nella vita hanno affrontato delle difficoltà.

D. Miriam, come sei giunta al film?

Miriam Leone. È stato entusiasmante lavorare nel film, per una attrice agli inizi come me. Il film è stato girato a Torino e proprio in quel momento ero sul set torinese di “Non uccidere”. Quindi la notte andavo a girare “Fai bei sogni”.

D. Herlitzka, ci puoi raccontare la tua esperienza?

Roberto Herlitzka. Io interpreto un prete, che consiglia il piccolo Massimo. Ormai sono quasi dato alla carriera ecclesiastica, è il terzo prete che interpreto. E ne vedrete un altro.

D. Da francese, come ti sei trovata sul set?

Bérénice Bejo. L’energia che aveva Marco Bellocchio era debordante, con una capacità di raccontare la storia in maniera perfetta. Sono stata benissimo con Valerio.

D. Da regista ha spesso raccontato i rapporti familiari?

M. B. Ne parlavo ieri, c’è nel mio lavoro una via delle madri, ovvero tante madri che ritornano. È come se ci fossero tanti omicidi o suicidi: ne “I pugni in tasca” si uccide la madre, ne “Il gabbiano” c'è suicidio.

D. Una domanda ai due protagonisti bambini. Come vi siete trovati a lavorare i questo film?

Dario Delpero. Ho cercato di immedesimarmi il più possibile con il personaggio di Massimo.

Nicolò Cobras. Anche io. Poi a casa provavo sempre la parte.

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