Beautiful Boy, la Plan B Entertainment di Brad Pitt produrrà il film con Steve Carell

Cinema / Drama / News - 27 September 2017 15:00

L'adattamento del'omonimo romanzo di David Sheff, pubblicato anche in Italia, dovrebbe uscire nel 2018

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La Plan B Entertainment – società fondata da Brad Pitt nel 2001 insieme alla moglie di allora, Jennifer Aniston, – figura tra i produttori di “Beautiful Boy”, con Steve Carell e Amy Ryan.

Il film è un adattamento di “ Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s Addiction”, struggente romanzo in cui l’autore, David Sheff, racconta la battaglia del figlio Nic contro la dipendenza da metanfetamina. A dirigere troviamo il regista belga Felix van Groeningen, che insieme a Luke Davies ha firmato anche la sceneggiatura.

Steve Carell interpreta David, mentre Amy Ryan (“Birdman”, “Il ponte delle spie”) è la sua ex-moglie, Vicki. Dopo un divorzio doloroso, i due genitori decideranno di lasciarsi alle spalle rimpianti e dissapori, per aiutare il figlio nella sua lunga e tormentata disintossicazione.

Accanto ai due protagonisti, nel cast sono stati confermati Timothée Chalamet (Nic), Maura Tierney, Lisa Gay Hamilton, Timothy Hutton e Andre Royo.

Il problema della dipendenza da oppiodi sta raggiungendo, negli Stati Uniti, le dimensioni di una vera e propria epidemia. Solo nello Stato del Colorado, le morti legate all’abuso di eroina e sostanze affini hanno toccato un picco; le tragiche sorti di figli di personaggi della vita pubblica come Eric Bolling Jr (figlio del commentatore politico Eric Bolling) e Max Barry (figlio del sindaco di Nashville, Megan Barry) non fanno che ribadire la gravità della situazione.

Di fronte a un quadro del genere, David e Nic Sheff non potevano restare in silenzio, e hanno deciso di intensificare il loro attivisimo a favore della disintossicazione con una raccolta fondi prevista proprio per questo mercoledì 27 settembre.

“Non credevo che la situazione potesse peggiorare”, ha ammesso lo scrittore in un’intervista rilasciata per promuovere l’evento. “In questo Paese, ormai, l’overdose è la prima causa di morte tra le persone sotto i 50 anni. È impensabile che ci siano 175 morti al giorno.”

Vent’anni fa, quando Nic era solo all’inizio della sua odissea personale, David era un giornalista di successo, che poteva vantare collaborazioni con testate come il New York Times e Rolling Stone, e interviste con personalità del calibro di John Lennon e Steve Jobs. A tutto questo sono seguiti “dieci anni passati ad osservare la dipendenza di Nic. L’ha quasi ucciso. Ha rischiato di perdere un braccio. Eravamo su una montagna russa di speranza e disperazione. Era un ragazzo perfetto, e poi la realtà ci ha riservato un duro colpo”.

Nel 2008, subito dopo l’uscita del libro del padre, Nic ha avuto un ricaduta, ma oggi non fa uso di droghe da sette anni. Anche lui ha pubblicato due autobiografie, “Tweak” e “We all fall down”. David, invece, nel 2013 ha bissato il successo di “Beautiful Boy” con un altro libro di memorie dal titolo simbolico, “Clean, cioè “pulito”; il sottotitolo, tradotto, recita: “Come superare la tossicodipendenza e porre fine alla più grande tragedia d’America”.

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