Pakistan, la televisione del quiz mette in palio i figli di nessuno

Tv / News - 31 July 2013 11:16

Scioccante realtà in un Paese abituato a terrorismo e violenza: il celebre anchorman Aamir Liaquat Hussain, nel proprio show in onda sette ore al giorno in questi giorni di Ramadan, offre come premio

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In Pakistan la televisione è lo specchio di una società corrotta e crudele. Attualmente è boom di ascolti e di critiche per uno spettacolo stile “Ok, il prezzo è giusto!”, un gioco a premi che regala ai vincitori  bebè abbandonati. Si tratta dello show del famoso  Aamir Liaquat Hussain, buon musulmano religioso ed anche sex symbol, che racconta come i bambini in palio siano abbandonati, condannati a crescere per strada per poi essere magari arruolati dai terroristi e terminare la loro esistenza in qualità di attentatori kamikaze. “Noi offriamo loro un'alternativa, che c'è di sbagliato?”, domanda al mondo.

I cuccioli d'uomo che il Pakistan elargisce ai trionfatori del quiz dell'anchorman spesso provengono letteralmente dalla spazzatura, ove vengono ritrovati perché gettati via dai veri genitori e morsicati da cani affamati. La società di cui  Hussain fa parte rovescia sulle strade un milione e duecentomila creature, costrette a lavorare quindici ore al dì, a vendere il proprio corpo, a tentare di collocare merce di contrabbando per sopravvivere. Sono individui dall'infanzia rubata: hanno occhi pieni di mosche, malattie come l'AIDS e da anni non sanno cosa significhi avere una madre.

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Certo il signor Hussain non ha responsabilità dell'immane disastro in cui versa la popolazione minorile del suo Paese, tuttavia se ne rende complice: la sua scoperta operazione mediatica è un gesto di disprezzo e di disperazione denso d'implicazioni torbidissime! Dare via in tv i bambini, con tanto di rullo di tamburi, a gente che forse li sfrutterà a sua volta non è un'azione di carità: Aamir Liaquat vende i piccoli, li prostituisce per l'audience, gettandoli fra le braccia di avventori sconosciuti alla stregua di oggetti inanimati, privi di un'anima. Lungi dal fornire un'alternativa alla gravissima situazione che vede soccombere molti figli del Pakistan, anche Hussain insomma è uno di quelli che vi si adeguano.

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