Emmanuelle Seigner, da Frantic a Venere in pelliccia sempre accanto a Roman Polanski

Cinema / News - 16 July 2013 12:07

“È un momento meraviglioso della mia carriera”, ha detto l'attrice all'Ischia Global Fest, “La mia maturità di donna coincide con una maturità artistica che mi sta dando grandi soddisfazioni, forgia

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Emmanuelle Seigner è la signora Polanski da ormai venticinque anni. Un lungo sodalizio di vita ed artistico quello con il regista polacco naturalizzato francese. Sorto sul set di “Frantic”, dove Emmanuelle, nel ruolo di Michelle, fiancheggiava Harrison Ford e Betty Buckley, si tratta di un amore che ha portato alla nascita di due figli, Morgane ed Elvis; la prima è andata con la mamma  all'Ischia Global Fest, dove, in questi giorni, si è tenuta l'anteprima italiana di  “Venere in pelliccia”, il nuovo lungometraggio di Polanski con protagonista la moglie che arriverà nelle sale italiane a novembre.

“È  un momento meraviglioso della mia carriera”,  ha confidato la Seigner alla stampa, “La mia maturità di donna coincide con una maturità artistica che mi sta dando grandi soddisfazioni, forgiata dal teatro oltre che dal cinema”. Ha spiegato che “Venere in pelliccia” è stato un modo fantastico per lavorare ancora con Roman e che sono una coppia di coniugi normalissima e che, come tutti, vivono istanti meravigliosi ed altri brutti. Nel lungometraggio destinato al grande schermo Emmanuelle è protagonista accanto a Mathieu Amalric: si chiama Vanda, mentre lui risponde al nome di Thomas. La trama s'ispira all'omonimo romanzo scritto da Leopold von Sacher-Masoch e,  nello specifico, all'omonimo adattamento teatrale del testo operato da David Ives.

Emmanuelle Seigner, nata a Parigi il 22 giugno del 1966, è sia attrice che modella e cantante. Nipote del defunto Louis Seigner e sorella di Mathilde Seigner, ha cominciato a sfilare come indossatrice all'età di quattordici anni, divenendo col tempo una famosa  professionista del settore. Una sua filmografi parziale include “Il male oscuro” di Mario Monicelli (1989), “Il sorriso” di Claude Miller (1994), “Nirvana” di Gabriele Salvatores (1997), “Streghe verso nord” di Giovanni Veronesi (2001).

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