Pierfrancesco Favino, family man come Brad Pitt e Clay Regazzoni in Rush di Ron Howard

Cinema / News - 16 July 2013 11:09

L'attore romano, diplomato presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico e vincitore di tanti premi - tra cui tre Nastri d'argento, due David di Donatello e tre Golden Graal - sarà

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Pierfrancesco Favino ha affiancato il mitico Brad Pitt in “World war Z” e dice di essere, come lui, un “family man”, ossia un papà protettivo e accudente con le sue due figlie. L'esperienza lavorativa vissuta accanto all'intramontabile sex symbol di Hollywood gli è piaciuta: lo definisce umanamente piacevole e disponibile, sostiene di stimarlo come attore e di ammirarne l’intelligenza ed il coraggio nelle scelte produttive. La parte di Favino nel film è un ruolo chiave per cui  cercavano un interprete spagnolo, ma, fatto il provino,  il regista Marc Forster lo ha selezionato e così è partita la sua avventura tra gli zombie decisi ad infestare il mondo!

Favino ha pronti tanti altri progetti. È Clay Regazzoni in “Rush” di Ron Howard, pellicola basata su una sceneggiatura di Peter Morgan che narra la forte e lunga rivalità tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda, impersonati rispettivamente da Chris Hemsworth e Daniel Brühl. Ed è  Giorgio Ambrosoli nella serie  “Qualunque cosa succeda”, che verrà trasmessa su Rai 1 e racconterà dell'avvocato liquidatore del Banco Ambrosiano ucciso nel 1979 da un sicario ingaggiato da Michele Sindona.

Fra i film che hanno messo più in evidenza il talento di Favino ricordiamo “L'ultimo bacio” e “Baciami ancora” di Gabriele Muccino, “L'uomo che ama” di Maria Sole Tognazzi,  “Le chiavi di casa”  di Gianni Amelio, “Romanzo criminale” di Michele Placido, “Saturno contro” di Ferzan Ozpetek e “La vita facile” di Lucio Pellegrini. Tra le produzioni straniere:  “Le cronache di Narnia: il principe Caspian” di Andrew Adamnson, “Miracolo a Sant’Anna” di Spike Lee, “Angeli e demoni” di Ron Howard. Ha partecipato alle produzioni tv “ Gino Bartali” e  “Pane e libertà” di Alberto Negrin, “Liberi di giocare” di Francesco Miccichè, “Il generale Della Rovere” di Carlo Carlei.

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