Bambini rapiti. Come i libri affrontano l'argomento

Comics / News - 07 March 2011 08:00

I bambini rapiti raccontati dalla TV. I bambini rapiti raccontati dai libri.

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E' difficile parlare di bambini rapiti, anche se dai talk show che dilagano in TV non sembrerebbe.
Con il caso di Sarah Scazzi, e quelli più attuali delle gemelline Schepp e di Yara Gambirasio, assistiamo quotidianamente ai vari psicoterapeuti che si riscoprono detective, opinionisti che si improvvisano psicoterapeuti e ogni tanto c'è la comparsata di qualche prete, anche loro ormai degli habituè delle telecamere, che ci propinano la solita ramanzina sull'inefficacia della famiglia moderna nella protezione della prole.

Ma l'attenzione della TV si concentra solo su una facciata del dramma: si sofferma solo e sempre sulle dinamiche degli avvenimenti e su come procedono le indagini, magari riproponendo per innumerevoli volte le stesse notizie che vanno a riempire un' ora e mezza di trasmissione.

Ma se lo spettatore vuole mettersi dalla parte della vittima, cercare anche solo lontanamente di comprendere quello che significa essere strappati dal proprio mondo fatto di semplice e rassicurante quotidianità per essere catapultati nella tana dell'orco, allora bisogna ricorrere alle pagine di un libro.

Avevo 12 anni, ho preso la mia bici e sono partita per andare a scuola... Comincia così, con semplicità sconvolgente, il racconto di Sabine Dardenne, sopravvissuta a ottanta giorni di prigionia nel covo sotterraneo di Marc Dutroux, il "mostro di Marcinelle". Rapita il 28 maggio del 1996, condotta nel soffocante cunicolo della cantina della "casa degli orrori", Sabine ha ancora con sé la cartella di scuola, l'unico, fragile legame con il mondo esterno e la sua infanzia rubata. Ed è nei fogli dei suoi quaderni che Sabine trova la forza per non impazzire, scrivendo lettere disperatamente lucide alla madre e annotando l'incubo delle violenze, delle sevizie, delle minacce subite.

Essendo un racconto autobiografico, il lettore è messo faccia a faccia con il dramma che sta vivendo la bambina.

Si tratta di un romanzo, invece, Amabili resti di Alice Sebold. La protagonista è la quattordicenne Susie, adescata da un uomo che sembra apparentemente innocuo. Quell'incontro, però, le costerà caro, perché la bambina viene stuprata, uccisa e fatta a pezzi per finire nascosta con i resti del cadavere in cantina. Alice Sebold descrive con trasporto il dolore incessante della famiglia e degli amici che devono vivere la perdita di Susie accettandola a malincuore e senza poter fare nulla, senza poter colmare una mancanza che non può essere ripagata in nessun modo. Ma nonostante il dolore rigido e intenso, la trama viene raccontata con uno spirito allegro e accattivante dal piccolo fantasma, la bambina, che diventa lentamente un angelo custode di tutti coloro su cui lei posa lo sguardo.

Uscirà tra circa un mese l'autobiografia di Natascha Kampusch. La giovane, che ora ha 23 anni, fu rapita da un uomo, Priklopil quando aveva dieci anni mentre si stava dirigendo a piedi a scuola. L'uomo l'ha tenuta prigioniera per otto anni nel sotterraneo della sua casa alla periferia di Vienna. Ad agosto 2006 Natascha, oramai 18enne, approfittando di un momento di distrazione, riuscì, con le sue sole forze a fuggire.

Poco dopo la sua fuga, Priklopil si suicidò lo stesso giorno, gettandosi sotto un treno. Nel suo libro 3096 Days Natascha racconta come è stata tenuta in una prigione sotterranea "ermeticamente sigillata", picchiata e riempita di lividi, e costretta a dormire ammanettata al suo rapitore. Ha anche raccontato di aver pensato al suicidio perché era l'unica via d'uscita. "A 14 anni, ho provato molte volte a strangolarmi con i vestiti; a 15 ho provato a tagliarmi il polso con un largo ago da cucito", ricorda. La Kampusch è considerata come una paziente che ha avuto un buon recupero psicologico dopo quanto passato. Sta pensando di citare in giudizio la polizia austriaca per negligenze nelle indagini sul suo caso. L'autrice afferma che il suo è un libro per non dimenticare. Dobbiamo ricordare la favola in cui la bambina si è salvata da sola dalle grinfie dell'orco cattivo.

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