Tutti i soldi del mondo: ‘il tocco del maestro Ridley Scott’, intervista all’attore Giuseppe Bonifati

Cinema / Drama / Intervista - 08 January 2018 08:00

Mauxa ha intervistato Giuseppe Bonifati, attore del film “Tutti i soldi del mondo” di Ridley Scott con Michelle Williams e Mark Wahlberg.\r\n

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Tutti i soldi del mondo è il film di Ridley Scott nella sale, con Michelle WilliamsMark Wahlberg e Christopher Plummer (leggi la recensione). Mauxa ha intervistato l’attore Giuseppe Bonifati.

D. Qual è il tuo ruolo nel film "Tutti i soldi nel mondo"?
Giuseppe Bonifati . Interpreto Giovanni Iacovoni, l'avvocato di Gail Harris (Michelle Williams). Ho fatto molte ricerche su Giovanni con il prezioso aiuto della famiglia Iacovoni. Enrico, che per primo mi contattò, mi permise di prendere in prestito tutti gli articoli e i giornali sul caso Getty che suo nonno Giovanni aveva accuratamente raccolto 44 anni fa. Si tratta di un materiale inestimabile di clip, testi e fotografie originali, attraverso il quale ho avuto modo di conoscere meglio i cinque mesi del sequestro di Paul. Sono stati aggiunti anche vari elementi al personaggio in maniera organica: come il momento in cui, il primo giorno di riprese è arrivato Ridley Scott e ha iniziato a rovinarmi i capelli, vedendo in me un avvocato "eccentrico". Possiamo dire… "Il tocco del Maestro"!

D. Com’è stato lavorare con Michelle Williams e Mark Wahlberg? Giuseppe Bonifati. Certamente la sensibilità, la professionalità e l'eleganza di Michelle Williams mi hanno segnato; anche le pause fantastiche e disorientanti di Timothy Hutton mi hanno influenzato. Sono stato anche molto contento di ricevere la disponibilità di Mark Wahlberg sia sul set che fuori.

D. C’e un episodio particolare che puoi raccontarci?
Giuseppe Bonifati . Un divertente episodio è accaduto a Londra: arriva Ridley, mi abbraccia e dice ad alta voce sul set, pronto per le riprese: "Sai che stiamo riprendendo questa scena a causa tua?" (con risate generali). Come italiano, posso confermare che ha un senso dell'umorismo istintivo.

D. Prima delle riprese hai letto il romanzo “Painly Rich” di John Pearson da cui il film è tratto?
Giuseppe Bonifati. In realtà, ho appena ordinato la nuova versione del libro intitolata "All The Money In The World". Ho semplicemente divorato la sceneggiatura di David Scarpa quando l’ho ricevuta per la prima volta. È davvero ottima.

D. Ti piace leggere?
Giuseppe Bonifati. Mi piace leggere in generale, ma scrivo anche poesie e opere teatrali: su www.doopag.com ce ne sono alcuni esempi.

D. In che modo Ridley Scott dirige gli attori?
Giuseppe Bonifati. Ridley Scott come regista e leader è in grado di farti sentire a tuo agio, sia che tu sia un attore giovane che una star come Christopher Plummer, Michelle Williams, Mark Wahlberg o Timothy Hutton.

D. In che modo?
Giuseppe Bonifati. Direi che lui ha una grande capacità di creare una zona di comfort intorno a te. Ha molto a che fare con l'empatia e il lato umano. Queste sono qualità molto rare al giorno d'oggi. È stato estremamente stimolante per me essere vicino a Ridley Scott, con il quale ho interagito molto durante le riprese, e da cui ho ricevuto molti suggerimenti diversi. Mi ha dato molta libertà sul set, ma allo stesso tempo sapeva davvero cosa voleva da me e da tutti.

D. Il film racconta anche l'ambizione di un uomo, il protagonista che non vuole pagare il riscatto del rapimento di suo nipote. È un argomento attuale secondo te?
Giuseppe Bonifati. Per fare una piccola digressione, non ha nulla a che fare con la cronaca di riscatti o rapimenti, ma si tratta di soldi. Ricordo che mia nonna, mentre non sapeva leggere o scrivere, sapeva molto bene invece come contare i soldi. Mi fa riflettere molto sull'importanza del denaro in generale e su come essa sia stata instillata in tutti noi fin da giovani. Sarebbe qualcosa di catartico invece "bruciare del denaro" simbolicamente, almeno una volta all'anno quando si chiudono i bilanci, per sbarazzarsi di un "surplus". Potremmo cosi capire il suo valore e il fatto che il denaro "non è tutto in questo mondo".

D. Com'è stato lavorare con Christopher Plummer, che ha sostituito Kevin Spacey?
Giuseppe Bonifati. È stata una grande esperienza tornare sul set per le riprese a Londra e Roma e recitare con lui, così come entrare di nuovo nella "famiglia di Hollywood". Dico questo, perché nonostante quello che la gente potrebbe pensare a causa dei nove giorni stretti di re-shooting, ho trovato il ritorno davvero familiare e l'atmosfera è stata così piacevole durante il periodo delle riprese.

D. Hai anche lavorato a teatro. Qual è il ruolo a cui sei più legato?
Giuseppe Bonifati. Penso che sia stato il mio alter ego "Jeppe", che ho interpretato per 535 giorni per il nostro progetto "Mayor in Residence".

D. “Mayor in Residence” fa parte del progetto realizzato in Danimarca "Kunstpartiet" (“Party for Art”), che è durato 18 mesi. Di cosa si tratta?
Giuseppe Bonifati. Insieme alla mia compagna, Linda Sugataghy, abbiamo interpretato il ruolo di "Candidate e First Lady" nella città di Holstebro (Danimarca) per 18 mesi (performance in cui l’attore ha simulato una campagna elettorale del partito fantastico Kunstpartiet-Partito per l´Arte, n.d.r.). Abbiamo fondato all'inizio del 2016 "Art Party", un movimento artistico con una base al "Bomhuset - Museum for Miniature Art", la casa più antica della città e forse il più piccolo museo in Danimarca. Questo movimento è in continua evoluzione e abbiamo un sacco di progetti e attività per lo svolgimento anche nel 2018. Trovate le info su www.kunstpartiet.com)

D. Come pensi che il teatro possa essere avvicinato ai giovani?
Giuseppe Bonifati. Attraverso la fantasia. In Danimarca, lavoriamo con le generazioni più giovani e cerchiamo di metterci sul loro stesso piano. Ad esempio, abbiamo un programma speciale per la gioventú, per farli sentire letteralmente più vicini all'ARTE: marciamo insieme e "occupiamo" i musei d'arte con molti bambini di tutte le età, ai quali presentiamo diverse attività artistiche e spettacoli. Il nostro obiettivo è motivarli a prendere parte anche al "processo creativo". Dormiamo persino nei musei assieme a loro per inalare ARTE in ogni maniera possibile. Durante questi eventi diamo infine un premio speciale al bambino che si sveglia con la "migliore idea", dopo aver "sognato" circondato dall’ARTE.

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