Brooklyn, intervista all'autore del romanzo Colm Tóibín: 'si lavora frase per frase'

Daily / Intervista - 18 March 2016 11:30

Mauxa ha intervistato Colm Tóibín, autore del romanzo "Brooklyn" da cui è stato tratto il film nominato all'Oscar. "Si lavora frase per frase", ci dice sul pro

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Brooklyn è il film attualmente nelle sale, distribuito da Fox Searchligh e diretto da John Crowley, basato sull'omonimo romanzo di Colm Tóibín.

Mauxa ha intervistato lo scrittore: "Brooklyn" ha ottenuto la nomination all’Oscar come migliore film, nonché come sceneggiatura non originale scritta da Nick Hornby.

Abbiamo chiesto a Colm Tóibín se il tema del desiderio di emancipazione fosse presente nel momento in cui scriveva il romanzo, se pensasse ad un pubblico particolare. “Credo che sia sempre un errore quando si lavora pensando ad un pubblico particolare - ci dice Tóibín - Se lo fai, spesso si finisce per mancare quel pubblico”.

Il libro di Tóibín - scritto nel 2009 - e il film raccontano la vicenda di emancipazione di una giovane donna, Eilis Lacey che nel 1950 vive a Enniscorthy, città irlandese nella contea di Wexford. La città è la medesima in cui nacque Tóibín nel 1955. Eilis non riesce a trovare lavoro, grazie alla sorella Rose incontra un prete chiamato Padre Flood in visita da New York City, il quale le racconta delle meravigliose opportunità che l’attenderebbero a New York. Eilis si azzarda così a Brooklyn, lavorando in un grande magazzino, studiando al sera in un corso di contabilità.

Il meccanismo di scrittura di Tóibín è molto attento all’uso di dettagli lessicali, che uniti ad una ricostruzione certosina delle caratteristiche di vita irlandese e statunitense di quel periodo hanno fatto definire “Brooklyn” come uno dei migliori dieci romanzi storici di sempre (Observer, 2012). “In un certo senso, si lavora frase per frase - ci dice Tóibín - spesso molto timidamente e lentamente, in modo che tutta la concentrazione debba andare sulle parole stesse”.

Il film come detto è stato adattato da Nick Hornby, diretto da Crowley. Gli chiediamo se sia stato coinvolto nel processo di scrittura. “Ho pranzato con John Crowley, un giorno, ma niente di più. Non ero in contatto con Nick Hornby fino a che non aveva scritto la seconda bozza della sceneggiatura. Poi ho appena suggerito di cambiare un paio di parole singole, dovuto all’idioma irlandese. L’ho ringraziato per quello che aveva fatto”.

Il romanzo prosegue con la protagonista Eilis che a Brooklyn vive in una pensione, gestita dalla rigorosa signora Madge Kehoe. La città diviene il suo nuovo luogo mentale, in maniera simile a Tóibín che vive a New York e che attualmente è docente di Irene and Sidney B. Silverman Professor of the Humanities al dipartimento di Letteratura Comparata della Columbia University.

G.M. Cosa ha provato quando il film “Brooklyn” è stato candidato all'Oscar?

C.T. "Ha significato molto, perché il film poi è stato distribuito in più sale e più persone hanno potuto conoscere questa storia".

Tra gli altri romanzi di Tóibín ci sono "Il testamento di Maria” (“The Testament of Mary”), sulla vicenda della madre di Gesù dopo la crocifissione: l’adattamento in audiolibro è letto da Meryl Streep, la pièce teatrale è stata candidata ad un Tony Award. "Nora Webster" del 2014 ha ottenuto recensioni entusiastiche: racconta la vicenda di Nora, donna irlandese vedova a quarant'anni, con quattro figli e senza soldi. Nora sta sbracciando nel suo dolore eppure ha momenti di luminosità, fino a quando comincia a cantare di nuovo, dopo decenni, trovando conforto.

G.M. Colm, in "Il testamento di Maria", "Nora Webster" ha affrontato vari personaggi femminili carismatici. Qual è il suo prossimo progetto?

C.T. "Sto lavorando su una storia ambientata nell'antica Grecia".

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