Wolfenstein II: The New Colossus, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 31 October 2017 14:00

Wolfenstein II: The New Colossus è uno sparatutto in prima persona ambientato negli Stati Uniti d'America, sotto il dominio della Germania nazista, uscita vincitrice dalla Seconda Guerra Mondia

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Wolfenstein II: The New Colossus è il videogioco sviluppato da MachineGames e pubblicato da Bethesda Softworks, uno sparatutto in prima persona che si candida come il miglior esponente del genere, in questa generazione di console. Il secondo capitolo, ambientato negli Stati Uniti d’America, raccoglie ritmo e tonalità del primo episodio, presentandoci la dittatura nazista all’interno del territorio americano, dopo che la bomba atomica sganciata su New York ha portato alla resa il governo di Washington. Torna l’immortale B.J. Blazkowicz, impegnato nella ricerca delle sacche di resistenza a Manhattan e New Orleans, per riunire e guidare l’offensiva all’Ausmerzer, la fortezza volante della macchina bellica tedesca.

La trama di Wolfenstein II: The New Colossus riprende esattamente da dove si era interrotta la storia del primo capitolo, con B.J. Blazkowicz privo di sensi dopo il bombardamento al quartier generale dei nazisti. Le prime fasi permettono anche ai nuovi giocatori della serie di apprendere il background narrativo, con spezzoni di video raccolti a raccontare le vicende precedenti e una scelta che cambia totalmente il proseguo dell’avventura. Nel primo Wolfenstein, infatti, alla fine del prologo, potevamo scegliere chi salvare tra Fergus e Wyatt, un bivio narrativo che anche qui influenza armi a nostra disposizione, dialoghi e missioni secondarie.
Dopo cinque mesi in coma, su un letto all’interno del Martello di Eva, sottomarino e nostro rifugio sicuro, alcuni nazisti sono riusciti a trovarci, guidati dalle direttive di Frau Engel, antagonista principale del gioco. La sadica e sfigurata capo commando tedesca è intenzionata ad eliminare la minaccia terroristica di B.J. Blazkowicz, soprannominato per l’occasione Terror-Billy. Senza scendere nei dettagli delle varie missioni, la storia di Wolfenstein II: The New Colossus è un concentrato di irriverenza, fasi concitate e cruente, a tratti brutali, drammatiche, ma sempre smorzate dall’ironia e da dialoghi assolutamente sopra le righe, un connubio tanto particolare quanto riuscito. In più di un’occasione si respira un’aria quasi tarantiniana, con situazioni e scambi di battute che rimarranno impresse nella mente dei giocatori, grazie ad una scrittura fortemente hollywoodiana. Insieme al carnet di vecchi personaggi se ne aggiungono altri perfettamente caratterizzati, in special modo per quanto riguarda la resistenza americana, incarnata dalla vulcanica Grace e dal suo compagno Super Spesh, oltre alla presenza del rivoluzionario Horton.

Il gameplay di Wolfenstein II: The New Colossus disegna alla perfezione lo spirito distruttivo e sopra le righe degli sparatutto in prima persona, affermandosi tranquillamente come il miglior esponente del genere, per quanto riguarda la Campagna. L’avventura ha un ritmo serrato e dinamico, con coperture che possono saltare e nemici che cercano in tutti i modi di aggirarci e affrontarci in maniera diretta. L’approccio stealth non trova lo stesso appagamento di andare ad armi spianate contro l’orda di nazisti, anche grazie a munizioni abbondanti e ambienti di gioco spesso stretti e labirintici, dove lo scontro si risolve quasi sempre sul corto e medio raggio. Ogni arma può essere potenziata in tre differenti caratteristiche, grazie ai kit che si trovano in giro per la mappa, sia durante le missioni principali che secondarie. Un’interessante aggiunta riguarda proprio le attività collaterali, che arricchiscono anche l’endgame: una volta finito il gioco, infatti, possiamo andare a caccia dei comandanti nazisti sparsi per i livelli di gioco, raccogliere collezionabili e trovare i congegni che potenziano l’armatura di B.J. Blazkowicz.

La grafica di Wolfenstein II: The New Colossus beneficia del passaggio al nuovo motore proprietario id Tech 6, con un passo avanti davvero generazionale. Il seguito migliora il precedente capitolo sotto tutti i punti di vista, con una resa cromatica convincente, modelli poligonali e ambienti morbidi e definiti, e una cura per il dettaglio davvero elevata, con la presenza di numerosi elementi su schermo. La realizzazione artistica dei quartieri americani, tra parate di nazisti e esponenti del Ku Klux Klan, crea un mondo credibile e con dialoghi magnetici, che attraggono a sé per scrittura e doppiaggio in italiano, grazie a voci e timbro perfetti in ogni circostanza. I personaggi principali, inoltre, godono di animazioni ed espressioni facciali realizzate con il motion-capture, anche durante le fasi in tempo reale, che donano una naturalezza e un effetto a tratti sorprendente. La spettacolarità degli scontri è supportata da una fluidità granitica, ancorata ai 60 frame al secondo, mantenendo sempre una resa visiva di primissimo impatto, salvo per alcuni dettagli ravvicinati delle texture.

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