Warcraft – L'inizio: recensione del film dove bene e male coesistono in due mondi distinti

Cinema / Recensione - 01 June 2016 08:00

Duncan Jones prende a prestito la trama del primo videogioco della saga Warcraft per impostare una storia dove la lotta alla sopravvivenza della propria razza è la forza che muove ogni azione,

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Dal mondo del videogioco di fama mondiale della Blizzard Entertainment ecco sopraggiungere Warcraft – L’inizio, un film in cui il cinema digitale si fonde con il live-action per una rappresentazione spettacolare di mondi ed eroi che sa andare a segno.

Warcraft – L’inizio si avvale di un’avvincente trama che vede schierati su due fronti opposti due popoli aventi un obiettivo in comune: la sopravvivenza della propria stirpe. Gli Orchi, dei guerrieri muscolosi e possenti, si riversano nel mondo di Azeroth, popolato da umani, in quanto il loro pianeta, Draenor, è divenuto inabitabile e quindi inospitale per la loro popolazione. Spinti dalla magia nera di Gul’dan (Daniel Wu), lo stregone a capo di questo grande movimento migratorio denominato Orda, gli Orchi oltrepassano il portale che permette loro di giungere ad Azeroth e conquistare così un nuovo mondo che possa offrir loro asilo… ma per poter fare ciò sembra inevitabile lo scontro con gli abitanti del mondo in cui sono stati catapultati, ossia gli umani che governano Azeroth. E allora il saggio Durotan (Toby Kebbell), capoclan della tribù dei Lupi Bianchi, si incontrerà e scontrerà con il valoroso Anduin Lothar (Travis Fimmel), fedele protettore del re di Azeroth, per una lotta che va al di là dei singoli eroi, ma vede implicata la magia nella sua duplice accezione di luce e tenebra.

Duncan Jones è stato chiamato a prendere le redini in mano della direzione di questo progetto, tanto impegnativo quanto gratificante nella realizzazione di un colossal fantasy che trae più che uno spunto dal videogioco. Divenuto fenomeno mondale nel campo dell’intrattenimento, il franchise Warcraft offre i propri eroi e le proprie ambientazioni al lungometraggio di Duncan Jones, il quale ha accolto di buon grado l’assegnazione della regia di questo film in qualità di fan affezionato. Risale al 1994 il primo capitolo del videogame, Warcraft: Orcs and Humans, a cui si ispira questo primo film che dà origine ad una possibile saga cinematografica. Successivamente altri due capitoli hanno elettrizzato i fan del franchise, fino all’uscita, avvenuta nel 2004, del quarto titolo della serie, World of Warcraft, che ha rivoluzionato la storia del videogioco divenendo accessibile unicamente tramite internet e permettendo a migliaia di giocatori di interagire interpretando personaggi destinati ad evolversi nello stesso mondo.

Warcraft – L’inizio imposta la struttura narrativa in vista di successivi capitoli in cui si possano approfondire relazioni e scontri tra fazioni sapientemente descritte non solo attraverso la totale immersione della messa in scena proposta da Duncan Jones, ma anche grazie ad una ricca sceneggiatura, che si scopre poco a poco, ad opera di Charles Leavitt. Vengono presentati due mondi con caratteristiche diverse e con guerrieri e paladini che lottano utilizzando tecniche opposte, ma sia nell’uno che nell’altro schieramento sono presenti dei valori e dei principi che sorreggono la società di cui fanno parte. Ad accomunare i due pianeti vi è anche l’antitetica compresenza di bene e male: Azeroth è la Terra degli uomini, che hanno raggiunto la pace, e Draenor è la Terra degli Orchi, travolta da un’ondata di distruzione. Ma se apparentemente l’una rappresenta il bene assoluto e l’altra l’incarnazione del male, in realtà anche in Azeroth si nasconde il germe del male, così come anche in Draenor aleggia il bene. A sostenere i due mondi vi sono due eroi, due paladini di egual valore ed onore, Anduin Lothar e Durotan, che invitato lo spettatore a scegliere da che parte schierarsi, proprio come accade nel videogioco.

L’intento dichiarato e sicuramente riuscito di Warcraft – L’inizio era quello di dar vita a dei personaggi a cui lo spettatore potesse credere, inseriti in un contesto fantasy che potesse essere al contempo misterioso e minaccioso. La monumentalità con cui è stato eretto l’arco narrativo, sorretto da originali eroi che combattono per il proprio popolo, è rafforzato ulteriormente dal carattere epico dell’opera, che quasi scomoda i mitici incontri narrati nell’Iliade tra i grandi condottieri, le cui gesta sono lodate da Omero: e allora lo scontro tra Durotan e Gul’dan avvenuto con l’intento di smascherare come la magia nera vada oltre i valori dei guerrieri orchi e si affidi alla slealtà, richiama per epicità ed importanza nella storia quello tra i due condottieri Ettore e Achille, conferendo a quest’opera, che facilmente sarebbe potuta scadere in un fantasy ruotante unicamente intorno agli effetti speciali, un valore aggiuntivo che permetterà al film di agguantare quello stesso successo conquistato dal videogioco.

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