Tramonto, thriller e dramma storico nel nuovo film di Laszlo Nemes

Cinema / Recensione - 28 January 2019 13:30

In sala dal 4 febbraio, Premio FIPRESCI a Venezia: la recensione

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Dopo Il figlio di Saul, applaudito a Cannes e agli Oscar, László Nemes  torna con un nuovo film, Tramonto (Sunset). Ambientato a Budapest, all'alba della Prima guerra mondiale, Tramonto è un'opera tecnicamente disinvolta, visivamente ricercata.

Film Tramonto

Irisz (Juli Jakab) è una giovane modista che lascia l'impiego a Trieste per rispondere a un'inserzione da Leiter, la storica casa di cappelli sita nella capitale ungherese. In realtà, Irisz è la figlia di Leiter rimasta orfana, quando i genitori muoiono in seguito a un incendio. Il film non rivela le circostanze della tragedia, probabilmente legate al cognome ebreo dei Leiter. La giovane stilista, ereditato il talento dal padre, si candida a lavorare gratuitamente nella casa appartenuta alla sua famiglia. Tuttavia, il nuovo proprietario dello showroom, Oszkar Brill (Vlad Ivanov), non intende avere la ragazza tra i piedi.

Affascinato dalla messa in scena impeccabile, l'atmosfera glamour dell'haute couture d'epoca, lo spettatore viene catapultato in una trama mistery. Irisz, infatti, scopre di avere un fratello, una sorta di incarnazione luciferina. Una figura clandestina e scandalosa che lo staff della maison vorrebbe relegare al passato. La protagonista, invece, si mette sulle sue tracce sfidando le notti violenti di una città agonizzante, il cui punto luce è lo storico atelier Leiter.

La trama è ambiziosa e funge da contrappunto storico. Spunta l'ombra di un'aristocrazia perversa e decadente, dedita al sadismo. Le vittime sono le modiste annualmente prescelte per presentare le creazioni alla Principessa (Susanne Wuest). Insomma, dietro ai magnifici cappelli, c'è l'orrore dei periodi bui. La guerra alle porte rimane in secondo piano, salvo suggellare il tramonto dell'impero austro-ungarico nelle immagini finali.

Tramonto, in concorso allo scorso Festival Venezia, si è aggiudicato il Premio FIPRESCI.

© Riproduzione riservata




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