Recensione Le nostre battaglie al cinema
Di Guillaume Senez, con Romain Duris.

Le nostre battaglie (Nos batailles, il titolo originale dell'opera) è stato presentato in anteprima a Cannes nella sezione Semaine de la critique. Prima della sua uscita nelle sale cinematografiche, in Italia il film è stato apprezzato al festival di Torino.
Il
regista franco-belga Guillaume Senez si era già distinto con Keeper,
primo lungometraggio del 2015, premiato a Locarno e Torino,
selezionato in oltre cinquanta festival internazionali, compreso
Toronto.
Le nostre battaglie ha un incipit autobiografico. Senez
ha raccontato di aver incanalato nell'opera l'esperienza del divorzio
dalla moglie.
Schede
La sequenza iniziale e quella finale chiudono un ciclo con una provocatoria, ma “bellissima” (aggettivo usato dallo stesso protagonista) lezione di democrazia. Dall'impegno sindacalista all'aumento della busta paga, passando in un certo senso, dall'altra parte della barricata. Compromessi e diverse priorità. Senez affida l'apertura e la chiusura del film a due canzoni significative, Oh Baby di LCD Soundsystem e Heaven di Blaze, compattando il messaggio.
Le
nostre battaglie è un ottimo dramma grazie a una prospettiva solida
d'intreccio, tra le prevalenti dinamiche famiglie e un contesto
socio-professionale livido, ma presente. Lo spettatore empatizza con
il dolore silenzioso del protagonista, tra sensi di colpa e rimorsi.
Alla sua presa di coscienza segue una rinascita, ma i toni rimangono
asciutti, mai forzati in direzione melodrammatica.
Resta
l'indubbio fascino di una visione sul grande schermo, tuttavia manca
l'impatto di una fotografia capace di interagire con la storia.
Olivier (Romain Duris) segue le impronte paterne, sindacalista sensibile ai diritti degli operai nell'ambito della grande distribuzione. All'improvviso, senza motivo apparente, la moglie Laura (Lucie Debay) abbandona il tetto coniugale. Olivier è costretto a prendersi cura dei due bambini, affrontando una quotidianità ignota e data per scontata. Da una parte le ragioni di una moglie depressa, dall'altra la rabbia di un padre in difficoltà: in mezzo due adorabili bambini confusi, in cerca di spiegazioni nel caotico “mondo dei grandi”.
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